Bitcoin: il mercato si muove a bolle di Daniele Bernardi

Previsione del prezzo del Bitcoin utilizzando modelli quantitativi (parte 2) – il mercato si muove a bolle.

Un approfondimento delle tre bolle che il mercato del Bitcoin ha dovuto affrontare durante la sua esistenza e di come il fenomeno dell’Halving influenza il prezzo.

Qual è il “valore fondamentale” di Bitcoin?

Questo secondo articolo di quattro estrapolato dallo studio di Ruggero Bertelli Daniele Bernardi riguarderà il concetto delle bolle sul mercato del Bitcoin.

Il mercato si muove a bolle

Negli ultimi mesi o addirittura anni, si è parlato molto della “bolla sui mercati obbligazionari”: ne hanno parlato i giornali, non solo finanziari, con televisioni specializzate e prestigiosi “macroeconomisti” di tutto il mondo che hanno discusso del perché ormai oltre un terzo del debito mondiale ha tassi di interesse negativi.

È un controsenso in termini finanziari dover pagare per prestare denaro a qualcuno, anche se questo soggetto è uno stato. Stiamo vivendo una situazione assurda che non si è mai verificata prima nel panorama dei mercati finanziari. La causa principale è legata all’enorme liquidità immessa nei mercati dalle banche centrali, che utilizzano come finanziamento per evitare il proprio fallimento, per poi riversarla sugli Stati (a loro volta in difficoltà).

Dopotutto, la famosa frase di John Maynard Keynes recita:

In realtà questo assurdo ha permesso di evitare il fallimento del sistema finanziario, quindi ben venga, anche se ovviamente per contro alimenta fenomeni irrazionali, come mercati obbligazionari con rendimenti negativi (e quindi prezzi obbligazionari insensati) e mercati azionari che raggiungono (non tutti, ma la maggior parte) nuovi massimi giorno dopo giorno.

Un fenomeno che in realtà non è alimentato dal denaro della banca centrale e che tutti hanno etichettato come mega bolla senza senso nel 2017, è rappresentato dal Bitcoin (BTC).

Il prezzo di Bitcoin è passato da un massimo di 20.000 dollari a dicembre 2017, in coincidenza con il lancio dei futures Bitcoin da parte del Chicago Board Options Exchange e del CME Group, le due più grandi borse di materie prime del mondo, ad un minimo di circa 3.100 dollari in 2018, perdendo di fatto oltre l’80% del proprio valore.

Rappresenta lo scoppio di una bolla? Certo.

Rappresenta la fine di Bitcoin? Certamente no!

Potrebbero esserci altre bolle sul Bitcoin in futuro? Certamente sì!

Come sempre, vorrei affrontare il problema nel modo più analitico possibile. Ho ricostruito quindi la tabella creata dal fondatore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto, utilizzando Excel, per assicurarci che Bitcoin fosse deflazionario e non inflazionario.

Inflazione

Il dollaro USA (e tutte le valute del mondo compreso l’euro), a causa dell’inflazione vale sempre meno nel tempo.

Possiamo comprendere meglio il fenomeno se pensiamo al valore dei beni: acquistare un’auto quaranta anni fa costava circa tredici volte meno di oggi, quindi una bella macchina che costava 10.000 dollari nel 1980 ne costerebbe oggi 130.000.

Questo fenomeno è detto inflazione ed è indotto da una regola che lega il valore totale delle merci nel mondo al totale della valuta in circolazione. Se il numero di dollari USA in circolazione raddoppia, gli stessi beni tenderanno a costare il doppio. “Tenderanno” perché la valuta non è un fenomeno lineare e potrebbe volerci del tempo per accadere.

Negli anni ’70 e nei primi anni ’80, l’inflazione negli Stati Uniti ha raggiunto tassi prossimi al 12% annuo, creando non poche difficoltà a chi non aveva le conoscenze e i mezzi per contrastarla.

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Deflazione

Bitcoin è stato creato con una logica deflazionaria, più simile a commodities come l’oro e l’argento. Per questo motivo è considerato da molti il ​​nuovo oro digitale, in inglese Digital Gold, in quanto ha caratteristiche di preservazione del valore e non di depauperamento come il dollaro o l’euro.

Vediamo come questo è stato reso possibile da creare e quali sono gli effetti derivanti da queste scelte.

Satoshi Nakamoto ha deciso che il numero massimo di Bitcoin creati e disponibili dovesse essere di 21 milioni (Il numero 21 ricorrerà molte volte, è la lettera greca phi).

Avrebbe potuto decidere di inserire una quantità fissa di Bitcoin per ogni blocco che veniva minato, ma così facendo non avrebbe creato l’effetto di crescita esponenziale che invece caratterizza Bitcoin, o almeno non così marcato come lo è oggi.

Di conseguenza, decise di dimezzare la quantità di Bitcoin di nuova emissione ogni quattro anni, per creare un effetto stock to flow molto marcato e interessante che spingesse il prezzo sempre più in alto.

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Quindi per i primi 210.000 blocchi, i Miners venivano pagati 50 BTC per ogni blocco scritto sul registro distribuito, in un momento in cui il valore di Bitcoin oscillava da pochi centesimi fino a pochi dollari, quindi la remunerazione non era minimamente paragonabile a quella di oggi, né è stato così difficile vincere la competizione di Mining. Infatti, nei primi anni, per fare il Mining bastavano dei semplici computer.

Il primo Halving è avvenuto nel 2012 — ovvero, dal blocco 210.001 in poi, la remunerazione è stata dimezzata a 25 BTC per ogni scrittura sul Distributed Ledger.

Nel 2016 è avvenuto il secondo Halving, che ha portato la remunerazione a 12,5 BTC, e con il terzo Halving avvenuto a maggio 2020, la remunerazione per blocco si è ridotta a 6,25 Bitcoin, che con una recente correzione del prezzo di circa 30.000 USD è ancora circa 190.000 USD per singola scrittura.

Il prossimo Halving è previsto per il 2024, dove la remunerazione verrà ulteriormente tagliata del 50%, per continuare, verosimilmente fino al 2140, anno in cui è previso l’ultimo dimezzamento delle ricompense, che distribuirà meno di un Bitcoin nell’ultimo anno.

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Ma come impatta questo fenomeno dell’Halving sul prezzo del Bitcoin?

Il dimezzamento del cosiddetto “Flow”, ovvero il flusso di nuovi capitali nel mercato, influisce sul prezzo del Bitcoin stesso?

Come abbiamo visto nella prima parte, il Bitcoin sembra seguire il modello Stock to Flow, quindi ad una riduzione del Flow a parità di Stock, dovrebbe corrispondere un aumento del prezzo.

Ma quindi, essendoci stati tre Halving, finora, dovrebbero esserci state altrettante bolle? Sai quante bolle ha avuto il Bitcoin nella sua breve vita? Tre, fatalità, eccole rappresentate nel grafico in basso.

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Queste sono le tre bolle affrontate finora dal Bitcoin, ogni volta il prezzo massimo successivo è stato di almeno 10 volte superiore. Ovviamente non è una garanzia che lo farà anche in futuro, ma in realtà ci sono molti fattori che anno credere che quella che abbiamo vissuto nel 2017 non sarà stata l’ultima bolla e che molte altre seguiranno in futuro.

Ma quindi si possono usare queste informazioni per determinare un prezzo corretto per il Bitcoin? O quantomeno un prezzo potenzialmente aggiungibile secondo questo modello?

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Se il prezzo del Bitcoin tenderà a tornare attorno alla retta descritta in figura, è chiaro che possiamo stimare qual è il prezzo target futuro del Bitcoin in base ai vari Halving che ci aspettano.

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Ovviamente queste stime devono essere prese come un tentativo intellettuale di comprendere le dinamiche del Bitcoin e non possono assolutamente essere considerate un suggerimento od un consiglio da parte dell’autore.

Comprendere perché il Bitcoin possa arrivare a tali valori non è facile, chi si avvicina per la prima volta a quasi a questo mondo affascinante non può immaginare che un Asset apparentemente senza alcun valore, possa avere un prezzo così alto, soprattutto se si cade nel tranello di pensarlo come una valuto alla pari del dollaro.

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