Carige, la banca più antica d’Italia? – di Filippo Donati

In Italia si pensa che la Banca più antica d’Italia sia il Montepaschi Siena, che anche nel logo riporta anno di nascita 1472. Ebbene hanno ragione. Ma il Monte di Pietà di Genova è stato fondato nel 1483 pochi anni dopo. Ma come è possibile che Banche con tradizioni così lunghe debbano adesso scontare delle situazioni così difficili?

Certo sono anni duri, le Banche devono affrontare condizioni economiche molto difficili, i tassi di interesse sono a zero oramai da anni, e la crescita in Europa è bassa, per non parlare dell’Italia che si assesta su piccole percentuali del Pil. Ma c’è anche a sfida tecnologica che i giganti di internet stanno muovendo e che le Banche stanno clamorosamente perdendo.

 Eppure ci sono alcuni fattori nel caso di Carige che ci sembra il caso di sottolineare. Dal piano industriale del 27/02/2019 (cliccare sull’immagine per raggiungerlo), nella sezione piano strategico, nelle prime slides si può leggere:

A fronte di una inefficienza operativa impressionate Cost/Income Ratio = 94%, la Banca chiede al mercato fonti per un risanamento, quindi chiede capitale a fronte di nulla, e solo come terza fase si concentra sul ritorno alla redditività.

Entro il 25/26 luglio la Vigilanza Europea si attende un aumento di capitale di 900 mm €, una enormità. E chi dovrebbe garantire questa cifra? I “vecchi” azionisti hanno perso troppo e qualcuno si sta pentendo amaramente di essere passato dall’industria alla finanza, ma questa è un’altra storia. Si parla di una cordata di patrioti, ma molto più facilmente verrà applicato per la prima volta in Italia il “bail-in”: pagano tutti, azionisti, obbligazionisti e correntisti. Si anche i correntisti possono occorre in perdite, ma attenzione le regole dicono solo per i depositi oltre 100.000€. Quindi dobbiamo smettere di preoccuparci inutilmente? Basta avere depositi in più banche inferiori a quella cifra e possiamo dormire sogni tranquilli? Culliamoci tutti in questa assurda speranza, perché tutto il mercato sa perfettamente che se dovesse saltare una Banca di medie-grosse dimensioni, il famoso Fondo Interbancario dei Depositi non sarebbe in grado di reggere l’urto. A proposito, sembra che i depositi in Carige siano tutti sotto i 100.000€, ma noi Italiani siamo sempre i più furbi no?

Se nel passato anche recente, l’attuale manifesto contenuto nel Piano Industriale del febbraio 2019 fosse stato solo vagamente implementato, non saremmo in questa situazione:

Inoltre proprio per dare liquidità alla Banca è già stato convertito in azioni il prestito da 313 mm€ garantito dello Schema Volontario del Fondo italiano di tutela dei depositi (Fitd). In fondo il sistema Bancario ha capito la difficoltà oggettiva della banca ligure e si è fatto carico di parte del risanamento. Ma l’augurio è che non si sprechino risorse per nulla.

Qui lo schema degli interventi (clicca sull’immagine per prendere visione diretta):

La fine della storia la sapremo tra pochi giorni, ma la morale è: come è finita Carige in questa situazione? Chi l’ha spinta nel baratro? Rispondere a queste domande ci servirebbe per comprendere in generale la situazione delle Banche in Italia. Di sicuro, ci sembra, manchino le idee, manchi la voglia di innovare, di rivedere i processi, di mettere il cliente (si il cliente, l’unico vero referente della banca) al centro del progetto. Ma quello che manca di più sono i manager con idee e coraggio che siano in grado di trasmettere fiducia al mercato e un senso di appartenenza a tutti i dipendenti. Quanti manager vanno nelle Filiali a vedere come si sta e come viene gestito il cliente? Nessuno, perché non c’è tempo, tutti impegnati a vendere NPLs e a tirar su capitali !