Si è chiusa una settimana ricca di accadimenti da tutti i punti di vista. Il più importante però, almeno per me, non è stato così semplice da accettare.
È infatti mancato Pietro Farese, amico, autore in Mork e Mindy, professionista preparato, brava persona.

I mercati finanziari non erano stati la sua prima passione né la sua prima occupazione. Si era infatti occupato di Automotive (e non solo) dove aveva raggiunto traguardi importanti. Come manager aveva lavorato in alcune delle più importanti aziende italiane ed internazionali, tra cui: il Gruppo Brembo, il Gruppo ALTRAN, il Gruppo Trelleborg, il Gruppo Metzeler, il Gruppo Saiag e il Gruppo GFT.
Come amava ripetere aveva avuto la possibilità di lavorare in ambienti aziendali molto differenti tra loro e di acquisire competenze trasversali che oggi gli permettevano di avere una completa visione d’insieme delle dinamiche legate alla gestione di un business.
Era poi passato al settore della distribuzione dei servizi finanziari e in qualità di consulente aveva collaborato, con Südtirol Bank, Cellino SIM, Fineco e Deutsche Bank (ora Zurich Bank,).
Di recente aveva valutato di coltivare il suo grande interesse per i mercati finanziari e la sua necessità, la sua urgenza, di essere sempre disponibile verso la clientela, attraverso una nuova lettura del nostro ruolo, della nostra professione: la figura del coach.
La sua frase preferita era una frase di Warren Buffett molto nota: “Investire è semplice, ma non è facile”. Il suo obiettivo era di permettere a tutti di metterla in pratica, abolendo il più possibile lo story telling e se possibile qualsiasi struttura manipolatoria commerciale.
Su questo aspetto avevamo avuto molti confronti. In un paese in cui la gran parte dei risparmiatori sono convinti che i servizi bancari e assicurativi – finanziari siano gratuiti, in cui si preferisce pagare molte commissioni non sapendolo, piuttosto che pagarne molto meno in maniera trasparente, stava constatando le difficoltà che ognuno di noi incontra quando imbocca una via nuova, per quanto eticamente migliore.
Noi ci eravamo conosciuti agli albori del gruppo nato su impegno e volontà di Fulvio Marchese, un gruppo fatto da consulenti finanziari in cui trovarsi, confrontarsi, migliorarsi. Eravamo diventati amici subito, specie dopo aver scoperto che entrambi eravamo tifosi del Torino calcio. Quando si incontrano due tifosi del Toro è come se ci si conoscesse da tempo e questa comunanza aveva accelerato di molto la conoscenza reciproca.
Tra l’altro Pietro era stato uno dei primi ad andare a trovare Fulvio a Ventimiglia avendone molto presto condiviso e sposato la filosofia d’azione. Pietro stimava tantissimo Fulvio e spesso ci sentivamo, specie all’inizio, per commentare a parte gli aspetti che venivano in quel momento discussi nel gruppo, quasi per fissarli, quasi fossimo ancora all’università, dopo una lezione.
Nel frattempo era nato www.morkemindy.com . Io avevo già scritto in merito ai lazy nella sezione portafoglio campione. Soprattutto avevo tradotto ed integrato un bel pezzo sull’All Weather di Ray Dallio.
Pietro aveva un suo sito che non seguiva di fatto più. Preso dall’entusiasmo di Mork & Mindy ne aveva realizzato una prima rivisitazione proprio ispirandosi al format di Mork & Mindy (NdR Oggi possiamo vedere la seconda release su www.pietrofarese.net ) .
Oltre ad essere un grande lettore, Pietro amava tantissimo condividere il proprio sapere, lo compresi immediatamente: era un divulgatore nato. Decidemmo allora che lui si sarebbe occupato in Mork & Mindy di approfondire il tema dei “lazy portfoglio” nel tempo.
Era diventato l’autore dei lazy, con l’ultimo articolo uscito proprio il 20 di ottobre dal titolo “Il Four Funds Portfolio: un lazy portfolio per la semplicità negli investimenti”.
Come spesso capitava a questi approfondimenti che proponeva, l’articolo aveva avuto un ottimo successo, sia come numero di lettori che come condivisioni, che come commenti.
Pietro era anche una persona mite, riservata, non diceva mai una parola fuori posto. Preferiva il silenzio alla sciocchezza, alla sparata.
Era rimasto sorpreso da questo interesse suscitato dal suo articolo e mi piace ricordarlo con l’ultimo suo scritto su whatsapp a questo proposito:
Quando leggo alcuni commenti mi sorprendo (scarsa autostima).
Al di là del mio modesto contributo penso che Mork & Mindy dovrebbe continuare ad esistere come luogo dove trovare (anche) spunti non banali di riflessione
Caro Pietro, il tuo contributo a Mork & Mindy e a tutti noi non è stato mai modesto ed è stato molto bello condividere questo pezzo di strada con te.
Grazie di tutto, per quello che ci hai regalato attraverso i tuoi scritti e attraverso le nostre conversazioni, e grazie per quanto mi hai regalato a livello personale.
L’amicizia, la stima e il rispetto non cessano, si ritrovano nel ricordo
Ciao PIETRO