Ho raccolto in pochi giorni una serie di dati interessanti. Partiamo dal primo.
Si tratta del rarissimo indicatore Zweig Breath Trust (ZBT) che è appena scattato dando un segnale rialzista.
L’indicatore ZBT è un indicatore di momentum del mercato sviluppato dal Dr. Martin Zweig costituito dalla media esponenziale a 10 gg del rapporto tra numero di azioni in progresso e numero totale di azioni in un determinato mercato.
Una sorta di “respiro” che quantifica l’ampiezza del rialzo e che si verifica quando, durante un periodo di 10 giorni, l’indicatore sale da meno del 40% a oltre il 61,5%. Una sorta di spinta che ci indica che il mercato azionario è rapidamente cambiato da una condizione di debolezza a una di forza, senza essere ancora diventato ipercomprato.
Secondo il Dr. Zweig, si è verificato solo 14 volte dal 1950 e in tutte le 14 le volte che si è verificato lo SP500 l’anno successivo era più alto. Ogni. Singola. Volta. In media il rialzo dopo un anno era pari al 23% come si può leggere nella tabella inserita nel grafico allegato.
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Secondo il noto analista Lance Roberts, dai dati da lui raccolti il giorno 12 aprile abbiamo raggiunto il numero più grande di contratti short su SP500. Nella traduzione sotto visibile e non pienamente riuscita di google translate dobbiamo sostituire alla parola “herd” la parola “gregge”.
L’opinione di Roberts è che quando tutti pensano una cosa, il mercato finanziario va nella direzione opposta.
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Ma non sono solo gli investitori istituzionali tradizionali ad essersi per lo meno preparati per una potenziale discesa del maggior indice americano.
Il collega Paolo Calcinari Ansidei ha evidenziato la posizione degli hedge funds, visibile nel grafico sottostante.
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Calcinari Ansidei scrive: Gli hedge funds hanno incrementato la posizione ribassista sul future dell’S&P500 portandola a livelli superiori a quella vista sui minimi di ottobre 2022, nonostante il rimbalzo da allora. Un’elevata posizione ribassista di questa categoria di traders ha fatto segnare dei minimi. Se iniziano a ricoprirsi cosa succede all’S&P 500?
Un aspetto che ho cercato di fare mio dopo 31 anni di attività è il seguente. Provate a chiedere ad un esperto di mercati finanziari cosa pensa possa succedere, se pensa che i mercati azionari ad esempio possano salire o scendere. Lui vi racconterà la sua visione, motivandola con concetti, dati e grafici molto convincenti.
A quel punto la tentazione di operare nella stessa direzione sarà molto forte e sarete portati a credere che lui lo stia facendo in quel momento. Penserete di esservi mossi “nel suo tempo”.
Invece non è così e questo rappresenta sempre e comunque un errore per l’investitore che adora provare ad indovinare cosa faccia o meglio cosa farà il mercato.
L’opinione dell’esperto di turno riguarda sempre il passato e mai il futuro. Nessun gestore o analista o consulente vi risponderà mai descrivendovi le scelte future ma sempre e solo quanto già implementato.
In parole povere quando qualcuno vi descrive la pericolosità dei mercati finanziari, i pericoli di un potenziale ribasso, uno scenario sfavorevole, ciò significa che ha già venduto. Non si accinge a vendere, è già senza i titoli azionari sempre che non abbia rincarato la dose acquistando anche strumenti che consentono una performance positiva in caso di cali del mercato.
Viceversa, quando elogia le opportunità di breve termine del mercato azionario, quando rappresenta la situazione con toni enfatici, quando illustra il favorevole scenario economico, vuol dire che è già pieno di titoli azionari e sta cercando possibili ulteriori compratori.
Noi siamo quello che facciamo, non quello che raccontiamo e nessuno, né il miglior gestore, né il miglior analista, né il miglior consulente potrà mai sapere con certezza cosa accadrà domani sui mercati. La performance non la fa l’uomo ma la fa il mercato.
Ma torniamo ai nostri dati. Abbiamo visto ben 3 evidenze importanti e solide che ci possono trasmettere due sensazioni. La prima sensazione è che spesso anche quelli bravi non ci prendono. La seconda invece è che, se proprio proprio dovessimo ipotizzare uno scenario possibile, questo, a sorpresa e a dispetto di tutte le notizie negative che vengono proposte quasi quotidianamente, esso potrebbe essere positivo.
Ma sarà proprio così?
Rispolveriamo uno dei nostri interlocutori preferiti, Charlie Bilello.
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Non è facile immaginare un rialzo borsistico a fronte di una recessione dell’economia più grande del mondo, quella americana. Sono dati che tutti conoscono e che, come abbiamo visto, hanno portato molti investitori a costruire già da tempo portafogli difensivi, come ci conferma il noto analista Gaetano Evangelista:
Scrive Gaetano: Non si fidano. Soltanto una esigua minoranza di investitori titolari di conto presso JP Morgan, valutano di comprare azioni nelle prossime settimane. Tutto l’opposto rispetto alla fine del 2021, quando quasi l’80% dei clienti si orientava per incrementare l’Equity in portafoglio. Wall Street ha realizzato un minimo quasi sei mesi fa, ma il sentiment resta improntato allo scetticismo. «Meglio così», argomenta sornione chi ha comprato allora.
Pur sottolineando ancora una volta che di certezze sul futuro non ve ne sono mai, nemmeno quando ci illudiamo che lo scenario sia sereno, ci fa piacere osservare che l’approccio di lungo periodo rimane l’elemento più solido su cui fare affidamento quando si vuole impostare una pianificazione finanziaria che sia di supporto al futuro proprio e della propria famiglia.
Come è evidente, infatti, tutte le oscillazioni nonché le flessioni ed anche i crolli dei mercati accaduti in passato vengono riassorbiti dallo scorrere del tempo. Questo spunto dovrebbe rappresentare sempre il cardine su cui implementare il proprio investimento.
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