In particolare ho trovato puntuale un commento:
Più difficile appare oggi quantificare sul piano numerico le previsioni di aumento del Pil. Prima del disastro ucraino l’Eurozona sembrava destinata a 12 mesi caratterizzati da un ottimo andamento, anche se meno miracolosi rispetto ai precedenti. Va detto che, complessivamente, la stagflazione al momento non appare certo come un destino inevitabile. Nello specifico parole di un certo buon senso arrivano dal Team di S&P Global Ratings: «Le economie europee, importatrici nette di energia, si preparano a un rallentamento, con l’aumento dei prezzi del petrolio e del gas a causa del conflitto russo-ucraino. Il potere d’acquisto delle famiglie si indebolirà, con un’inflazione che dovrebbe raggiungere il 5% quest’anno e rimanere sopra il 2% nel 2023. Grazie a un forte slancio di ripresa e a sufficienti riserve di liquidità, S&P non si attende una recessione nel 2022, ma piuttosto un calo della crescita del Pil al 3,3% quest’anno, contro il 4,4% previsto in precedenza. L’incertezza intorno a queste previsioni è più alta del consueto, con rischi al ribasso per la crescita nel 2022 e rischi al rialzo per l’inflazione quest’anno e il prossimo».
La successiva sezione ha un titolo beneaugurante: Bond, le speranze dopo il crollo, da pagina 20.
Tre i commenti rilevanti voglio segnalare quanto riportato sugli At1: