FONDI&SICAV di marzo su Mork e Mindy

 Torna l’appuntamento con il mensile di Fondi & Sicav su Mork e Mindy, una bella occasione da condividere con chi ci piace.

Clicca sull’immagine per accedere al PDF del numero di Marzo 2022

Ho apprezzato molto l’invito dell’editore Giuseppe Riccardi perché consente di scegliere, permette di fruire o meno di questa ulteriore opportunità e soprattutto di sceglierne i tempi.

Del resto il viandante che passa su Mork & Mindy non sa quando potrà tornare, non sa se troverà qualcosa di interessante ma sa che potrà condividere tra i suoi contatti gli spunti genuini e sinceri che vengono offerti da me e dalla nostra piccola redazione.

Il mensile di marzo è dedicato principalmente al tema del momento: l’energia.

La tabella si trova a pagina 15

Possiamo subito notare dalla tabella quali siano le prime ipotesi in termini di impatto sul PIL per le tre principali aree mondiali alla luce della guerra in corso in Ucraina.

Interessante appare al riguardo l’analisi proposta da Greg Sharenow, portfolio manager, real assets di Pimco: “Gli eventi recenti hanno messo in luce, a nostro parere, le condizioni chiave del settore energetico: la carenza di investimenti sul lato dell’offerta dopo anni di prezzi bassi, la ridotta flessibilità del sistema e la natura interconnessa di tutti i mercati energetici, compreso il ruolo che i prezzi del carbonio svolgono nel definire punti di sostituzione tra mercati.”

Ma per collocare correttamente il problema bisogna correre subito alla tabella pubblicata a pagina 28 e prepararsi ad un numero di marzo che sfaterà molti luoghi comuni e fornire ampie occasioni di riflessioni personali.

Clicca sull’immagine per accedere alla tabella a pagina 28

Molto spesso sentiamo parlare dei vantaggi per la Russia relativi all’aumento del prezzo del petrolio. Certamente è così, un vantaggio per tutti gli esportatori.

È anche l’incremento del prezzo del greggio potrebbe non dipendere solo dall’escalation della guerra.

In realtà, se si analizzano le dinamiche di questo gruppo di nazioni (si riferisce all’OPEC), responsabili per circa il 40% della produzione planetaria, vediamo che i margini non sono amplissimi. Nitesh Shah, head of commodities & macroeconomic research di WisdomTree, afferma: «L’Opec sta ancora espandendo la sua produzione, ma non così tanto come aveva inizialmente indicato. Mentre l’organizzazione nel complesso sta aumentando le sue quote di produzione di 400 mila barili al giorno ogni mese, alcuni membri non riescono a produrre quanto previsto dalla loro quota, mentre altri sono in grado di garantire una produzione di riserva. Secondo le stime dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, le scorte di petrolio dell’Ocse a dicembre 2021 si sono attestate a 255 milioni di barili, al di sotto della media quinquennale, segnando il livello più basso in sette anni. La scarsità dell’offerta di petrolio contribuisce a spiegare la struttura di backwardation dei future sul greggio Brent e Wti. L’offerta di petrolio non Opec potrebbe vedere i mercati petroliferi in eccedenza nel 2022, ma la consegna cronica sotto quota dell’Opec pone un rischio».

Inoltre la stessa Russia contribuiva alla parziale carenza di offerta già prima della guerra:

Qualche cifra fornita da Stephane Monier, chief investment officer di Lombard Odier Private Bank, è sicuramente interessante: «Nel corso del 2021 le aziende russe hanno estratto in media 10,52 milioni di barili al giorno, in crescita del 2,4% rispetto al 2020. A gennaio di quest’anno, poi, la produzione è salita rispetto al mese precedente di appena lo 0,7%. Si tratta di valori inferiori a quanto era stato pattuito negli accordi con gli altri membri dell’Opec+, che avrebbero permesso al Paese di tornare a livelli di output pari a quelli pre-pandemia ad aprile o maggio di quest’anno».

Da cui le ovvie conclusioni:

Perciò, chi rimane all’interno del cartello dotato di mezzi e volontà di alleviare un minimo i mercati globali? La risposta viene enunciata sempre da Monier: «De facto sono solo pochi i paesi dell’Opec ad avere la possibilità di alzare significativamente la produzione: nello specifico Arabia Saudita, Emirati Arabi, Iran e Iraq»

Da pagina 18 passiamo poi al ruolo degli Stati Uniti che come abbiamo visto è più determinante di quanto ci si possa immaginare.

In un momento come questo, tuttavia, uno sforzo da parte del colosso statunitense sarebbe fondamentale per riportare un minimo di calma sul mercato del greggio. In particolar modo, dopo la durezza da parte delle autorità politiche del Paese nei confronti della Russia.

Clicca sull’immagine per accedere alla sezione dedicata agli USA a pagina 19

È però il momento del gas, il parente povero che è diventato assoluto protagonista. Interessantissima la tabella che viene proposta per rappresentare il ruolo della Russia nello scacchiere economico mondiale.

Clicca sull’immagine per accedere all’articolo dedicato al GAS a pagina 21

Anche in questo caso i prezzi non dipendono solo dalla crisi Ucraina ma anche e soprattutto sui colli di bottiglia in cui si è purtroppo inserita:

Clicca sull’immagine per leggere l’intervento di Sharenow a pagina 22

Passando ai mercati finanziari la vicenda si fa più complessa anche se non per tutti:

In questo senso, proprio l’energia sembra la radice di tutto, un ruolo che viene evidenziato dal Team di ricerca sulle commodity di Goldman Sachs: «Molte risorse sono esposte agli eventi in Ucraina, ma a nostro avviso il petrolio e l’oro forniscono la copertura più diretta al rischio geopolitico. Innanzitutto il quadro è, a causa di ragioni tattiche e strutturali, già di suo rialzista per i corsi del greggio. Ai livelli di scorte più bassi da decenni si deve aggiungere, però, anche il premio al rischio politico. Bisognerebbe arrivare a quota 125 dollari al barile per potere assistere a un riequilibrio della domanda e dell’offerta, attraverso un processo di distruzione della stessa domanda».

Da pagina 24 a pagine 26 potremo trovare molti spunti.

L’articolo successivo è importante perché ci presenta la situazione da un angolo di visuale differente grazie alle competenze specifiche del suo autore

Clicca sull’immagine per leggere l’intervento di Paolo Andrea Gemelli a pagina 28

Non poteva mancare FOCUS TREND.

Il focus parte a pagina 37 e si conclude a pagina 51. Clicca sull’immagine per accedere

I contributi sono tutti di primaria importanza ma mi piace segnalare quello sulla filiera alimentare:

Clicca sull’immagine per accedere a pagina 46

Da non perdere poi l’approfondimento finale “Più è grave, meno è urgente”, dedicato ai rischi di questa situazione a cura di Kelony®, da pagina 54 a pagina 57. Dall’articolo prendiamo una tabella esemplificativa pubblicata a pagina 56:

È possibile per il lettore di Mork & Mindy scaricare il pdf per questo numero cliccando sopra una qualsiasi delle immagini allegate all’articolo che fanno riferimento al mensile di marzo uscito la scorsa settimana.

 

Buona lettura