Global Market Portfolio: la soluzione per una diversificazione efficace del tuo portafoglio di Pietro Farese

Premessa 

La diversificazione del portafoglio è importante per mitigare il rischio e massimizzare i rendimenti. Essa consiste nell’investire in una varietà di strumenti, settori, aree geografiche e valute diversi, in modo da ridurre l’impatto di eventuali eventi negativi. I vantaggi della diversificazione includono la riduzione del rischio di perdite, l’ottimizzazione dei rendimenti e la protezione del capitale investito. Per costruire un portafoglio ben diversificato, è consigliabile rivolgersi a un professionista del settore. In alternativa è opportuno orientarsi su strumenti il più possibile globali.

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Introduzione alla strategia del Global Market Portfolio (GMP) 

Il Global Market Portfolio (GMP) è una strategia di investimento che risale agli anni ’70. È stata introdotta per la prima volta dal finanziere statunitense William F. Sharpe nel suo lavoro accademico del 1975 intitolato “Portfolio Theory and Capital Markets”. In seguito, il GMP è diventato un concetto importante nella teoria degli investimenti ed è stato ampiamente adottato da investitori e gestori di portafogli.

Nel 2008 Doeswijk, Lam e Swinkels, tre ricercatori dell’Università Erasmus di Rotterdam (NL), ne hanno elaborato una versione più moderna, nota come “World Equity Benchmark Series” (WEBS), che è stata presentata nel loro lavoro accademico del 2008 intitolato “The Global Financials Industry: A Perspective on the Current Crisis”. Successivamente, nel 2014, hanno pubblicato un articolo intitolato Historical Returns of the Market Portfolio dove hanno presentato un’analisi delle performance storiche del GMP basato sulle WEBS. Questa versione del GMP ha ottenuto molta attenzione dagli investitori e dai gestori di portafogli negli ultimi anni.

Il Global Market Portfolio (GMP) è una strategia di investimento che consente agli investitori di diversificare il loro portafoglio su scala globale. Questa strategia prevede l’investimento in tutti i mercati finanziari disponibili, senza alcuna forma di selezione o discriminazione. In pratica, il GMP è un portafoglio composto da tutti gli strumenti, per asset class, negoziati sui mercati finanziari mondiali, ponderati in base alla capitalizzazione di mercato.

La strategia del GMP è adatta sia per gli investitori istituzionali che per quelli individuali. Per gli investitori individuali, una delle opzioni per implementare questa strategia è di investire in fondi indicizzati che replicano l’intero mercato azionario mondiale, come ad esempio i fondi Vanguard Total World Stock ETF o iShares MSCI ACWI ETF. Gli investitori istituzionali, come le compagnie di assicurazione o i fondi pensione, possono implementare la strategia del GMP investendo direttamente nei mercati finanziari globali, grazie alla loro maggiore capacità di investimento.

La strategia del GMP ha dimostrato di offrire una diversificazione efficace del portafoglio, con una maggiore riduzione del rischio rispetto ad altre strategie di diversificazione. Tuttavia, non esiste una strategia di investimento perfetta per tutti gli investitori, e gli investitori dovrebbero sempre valutare le loro esigenze e obiettivi di investimento prima di decidere di implementare la strategia del GMP o qualsiasi altra strategia di investimento. È altresì vero che la personalizzazione dell’asset allocation è un concetto più conforme alla vendita di prodotti che al processo di investimento in quanto tale; non esistono infatti infiniti portafogli possibili per gli infiniti investitori ma esiste un solo portafoglio corretto per un processo di investimento corretto. La differenza la può fare unicamente la tolleranza al rischio che è classificabile in pochi intervalli ben definiti.

i ricercatori hanno successivamente documentato, nel paper accademico dal titolo Historical Returns of the Market Portfolio, i rendimenti annuali del portafoglio di mercato multi-asset globale investito, utilizzando un set di dati unico di nuova costruzione che copre sostanzialmente l’intero mercato investito.

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Gli autori della strategia GMP: Laurens Swinkels, Thijs Knaap e Pim van Vliet 

Questi tre ricercatori hanno sviluppato il GMP come una soluzione per una diversificazione efficace del portafoglio.

Laurens Swinkels è attualmente professore associato di finanza presso la Rotterdam School of Management dell’Università di Rotterdam. La sua ricerca si concentra sulla gestione del rischio, sull’allocazione degli investimenti e sui portafogli di investimento.

Thijs Knaap è attualmente il responsabile della ricerca e dello sviluppo di portafogli di azioni presso Kempen Capital Management, una società olandese di gestione patrimoniale. La sua esperienza riguarda la costruzione di portafogli di investimento e la gestione del rischio.

Pim van Vliet è attualmente il responsabile della ricerca quantitativa presso Robeco, una società di gestione patrimoniale olandese. La sua ricerca si concentra sulla costruzione di portafogli di investimento e sulla gestione del rischio, con un’attenzione particolare alle strategie di bassa volatilità.

Insieme, questi tre autori hanno sviluppato il GMP come una soluzione per i problemi di diversificazione del portafoglio. La loro ricerca si è concentrata sulla creazione di un portafoglio di investimento diversificato che copre tutte le principali classi di attività a livello globale, e che ha dimostrato di offrire una performance superiore rispetto ad altri portafogli.

La strategia 

Come abbiamo visto il GMP rappresenta un’approssimazione dell’asset allocation globale e dovrebbe costituire un benchmark naturale per tutti gli investitori. Deviazioni dal portafoglio di mercato implicano una scelta attiva in termini di asset allocation che andrebbe ponderata con molta attenzione.

Il portafoglio di mercato globale offre diversi vantaggi, tra cui la riduzione del rischio di mercato grazie alla diversificazione geografica, la possibilità di partecipare alle opportunità di crescita dei mercati emergenti e l’aumento della liquidità del portafoglio.

Nella realizzazione concreta di questo portafoglio esistono molteplici possibilità, qui ne evidenziamo in dettaglio una in particolare e successivamente ne proponiamo una seconda.

Il portafoglio, nella prima versione, è composto principalmente da tre tipi di azioni: azioni statunitensi, azioni europee e azioni dei mercati emergenti. La loro percentuale all’interno del portafoglio dipende dall’indice di riferimento utilizzato e dalle strategie di investimento adottate. 

La strategia GMP alla prova dei numeri 

Pur avendo a che fare con una strategia sviluppata nel 2008, analogamente ad altri portafogli esaminati precedentemente, immagineremo un portafoglio così strutturato ed in esercizio da circa 50 anni in modo da avere un backtest significativo per quanto teorico.

Cominciamo con l’analizzare il rendimento medio e la volatilità, una misura del rischio.

Il portafoglio oggetto della nostra analisi è così composto:

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Negli ultimi 52 anni il portafoglio è risultato positivo nel 72% dei casi (37 anni su 52), con una performance media, al netto dell’inflazione (CAGR) del 5,1 ed una volatilità media dell’11,2%.

Per contestualizzare questi primi dati, proviamo a confrontarli con i portafogli visti qui precedentemente.

Rispetto al 7Twelve Portfolio mostra una percentuale di successo lievemente minore (72% vs 75% del 7Twelve) con un CAGR di poco inferiore (5,1% vs 5,7% del 7Twelve) ed una volatilità superiore (11,2% vs 9,3% del 7Twelve). 

Confrontato con lo Swensen Portfolio presenta una capacità di successo inferiore (72% vs 76% dello Swensen) con un CAGR inferiore (5,1% vs 6,5% dello Swensen) ed una volatilità analoga (11,2% per entrambi).

Accostando il GMP al Pinwheel Portfolio riscontriamo una capacità di successo lievemente inferiore (72% vs 75% del Pinwheel Portfolio), un CAGR inferiore di 1,5 punti (5,1 vs 6,6 del Pinwheel Portfolio) ed una volatilità superiore di 0,5 punti (11,2% vs 10,7% del Pinwheel Portfolio).

Rispetto al Golden Butterfly Portfolio presenta una percentuale di successo inferiore di 12 punti (72% vs 84% del Golden Butterfly Portfolio), con un CAGR inferiore di 1,3 punti (5,1% vs 6,4% del Golden Buterfly) ed una volatilità decisamente superiore (11,2% vs 7,8% del Golden Butterfly).

Rispetto all’All Season di Ray Dalio, presenta una percentuale di successo inferiore di 5 punti (72% vs 77% del All Season), con un CAGR inferiore di 0,5 punti (5,1% vs 5,6% dell’All Season) ed una volatilità media superiore di 3,1 punti (11,2% vs 8,1% dell’All Season).

A prima vista sembrerebbe trattarsi di un portafoglio inferiore nella capacita di successo, nel livello di risultato e nella rischiosità media, ai portafogli già incontrati. Tuttavia occorre tenere presente la filosofia di base di questa strategia che è quella di investire su tutto il mercato mondiale.

Proseguiamo l’analisi dei numeri e osserviamo la rischiosità da un altro punto di vista.

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La rischiosità appare come non adatta a tutti: un Max Drawndowns del 29% ed un Recovery Period di circa 11 anni, il tutto sintetizzato in un Ulcer Index di 8,3. 

Anche in questo caso un confronto ci torna utile. 

Rispetto al 7Twelve Portfolio, presenta un Max DD superiore di 4 punti (29% vs 25% del 7Twelve Portfolio), un Recovery Period superiore di 3 anni (11 anni vs 8 anni del 7Twelve Portfolio) ed un Ulcer Index maggiore (maggiore rischiosità complessiva) di 2,9 punti (8,3 vs 5,4). 

Paragonandolo allo Swensen Portfolio, il GMP presenta una Max DD inferiore di 6 punti (29% vs 35% dello Swensen), un Recovery Period lievemente superiore (11 anni vs 10 anni dello Swensen) ed un Ulcer Index lievemente migliore (8,3 vs 8,8 dello Swensen). 

Facendo il confronto con il Pinwheel Portfolio, vediamo un Max DD superiore di 3 punti (29% vs 26% del Pinwheel Portfolio), un Recovery Period maggiore di 6 anni (11 anni vs 5 anni del Pinwheel) ed un Ulcer Index maggiore di 2,2 punti (8,3 vs 6,1 del Pinwheel).

Osserviamo ora il comportamento del GMP rispetto al Golden Buterfly: in termini di Max DD il risultato è peggiore di 18 punti (29% vs 11% del Golden Buterfly), in termini di Recovery Period è peggiore di 9 anni (11 anni vs 2 anni del Golden Butterfly) ed un Ulcer Index maggiore di 5,7 punti (8,3 vs 2,6 del Golde Butterfly).

Infine, confrontiamo il GMP con l’All Season: in termini di Max DD, il GMP è peggiore di 13 punti (29% vs 16% dell’All Season), il Recovery Period è lievemente peggiore (11 anni vs 10 anni dell’All Season) e l’Ulcer Index peggiore di 4,4 punti (8,3 vs 3,9 dell’All Season).

In sintesi, il GMP non sembra in linea con i parametri dei suoi concorrenti diretti.

Andiamo ora ad osservare l’andamento rolling del portafoglio, a 10 anni riscontriamo questa distribuzione:

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Chiunque avesse investito (e mantenuto per almeno 10 anni, senza mai uscire dall’investimento e ribilanciandolo periodicamente) avrebbe sempre ottenuto un risultato positivo ad eccezione di chi avesse iniziato nel 1972 o nel 1973, unici 2 anni per cui i 10 anni successivi non sono sufficienti per raggiungere un risultato positivo.

Nei 10 anni rolling (ad eccezione delle decadi iniziate nel 1972 e nel 1973 che hanno prodotto un CAGR dello 0% e del -1% rispettivamente), riscontriamo un CAGR minimo del 1% per la decade iniziata nel 1974 ed un CAGR massimo del 11% per le decadi iniziate nel 1982, 1984 e 1985. 

Allargando l’orizzonte temporale a 15 anni, osserviamo questa distribuzione:

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Chiunque avesse investito (e mantenuto per almeno 15 anni, senza mai uscire dall’investimento e ribilanciandolo periodicamente) avrebbe sempre ottenuto un risultato positivo.

Nei 15 anni rolling riscontriamo un CAGR minimo del 2% per i periodi iniziati nel 1970 e 2008 ed un CAGR massimo del 10% per le decadi iniziate nel 1982, 1983, 1984 e 1985.

In particolare, per i periodi iniziati nel 1972 e 1973, allungando il periodo di investimento, si ottengono risultati positivi (erano negativi a 10 anni) con CAGR del 5% in entrambi i casi.

Questo dimostra ancora una volta, nel caso ci fosse ancora bisogno di dimostrarlo, che non esistono minusvalenze (è improprio chiamarle “perdite” fino a quando non si concretizzano le vendite) che un buon portafoglio non sia in grado di recuperare.

Più che preoccuparsi di comprare il brand vincente, il consulente miracoloso oppure il prodotto che meglio performerà domani, un investitore dovrebbe concentrarsi sul comprare tempo.

A scopo di studio e per dimostrare ancora una volta l’importanza dell’approccio “lifetime”, si investe per tutta la vita, osserviamo la distribuzione rolling a 30 anni:

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Chiunque avesse investito (e mantenuto per almeno 30 anni, senza mai uscire dall’investimento e ribilanciandolo periodicamente) avrebbe sempre ottenuto un risultato positivo.

Nei 30 anni rolling riscontriamo un CAGR minimo del 4% per il periodo iniziato nel 1993 ed un CAGR massimo del 7% per periodi iniziati nel 1975, 1977, 1978, 1981, 1982, 1093, 1984 e 1985.

In particolare, per i periodi iniziati nel 1972 e 1973, allungando ulteriormente il periodo di investimento, si ottengono risultati positivi (erano negativi a 10 anni) con CAGR del 5% in entrambi i casi.

Un’analisi comparata

Ad una prima analisi dei dati, il GMP sembrerebbe il peggiore tra le strategie confrontate. Tuttavia occorre fare delle distinzioni e delle precisazioni:

Il 7Twelve Portfolio ha subito una forte volatilità durante la crisi finanziaria del 2008, il portafoglio Swensen (nella sua allocazione classica) mostra una forte, e pericolosa, concentrazione sul mercato USA. Il Golden Butterfly Portfolio è fortemente concentrato su oro (nella sostanza, modesto produttore di risultato) e obbligazioni a LT (oggi potenzialmente piuttosto pericolose) quindi adatto a investitori in cerca di protezione del proprio capitale (vero e fondamentale motivo di ogni investimento) in tempi di inflazione feroce. Anche l’All Season presenta un assetto fortemente difensivo con una bassa ponderazione verso l’azionario. 

L’analisi comparata dei portafogli diversificati mostra che ciascuno di essi ha i propri vantaggi e svantaggi rispetto al GMP. La scelta del portafoglio dipende dalle preferenze dell’investitore, dalla sua tolleranza al rischio e dal suo obiettivo di investimento. Una scelta che è opportuno fare accompagnati da un Coach che non ci vende prodotti o soluzioni ma che ci guida verso un modo corretto e sano di investire. 

Un altro punto di vista 

Riepilogando, possiamo dire che il Global Market Portfolio (GMP) rappresenta un punto di partenza essenziale per costruire un portafoglio finanziario globalmente diversificato, un portafoglio che mira ad eliminare la tendenza a sovrappesare le attività domestiche. La composizione del GMP si basa sul principio della capitalizzazione di mercato, il che significa che il peso di ciascun asset all’interno del portafoglio è proporzionale alla sua capitalizzazione di mercato a livello globale.

In quanto tale, il GMP costituisce un’ottima approssimazione dell’asset allocation globale e dovrebbe essere utilizzato come benchmark naturale da tutti gli investitori.

Naturalmente, eventuali deviazioni dal portafoglio di mercato implicano una scelta attiva in termini di asset allocation, che andrebbe attentamente ponderata.

La teoria del CAPM (Capital Asset Pricing Model) individua il portafoglio di mercato (market portfolio) come un portafoglio perfettamente diversificato ed esposto unicamente al rischio sistemico, che ogni investitore dovrebbe detenere. Il portafoglio totale dell’investitore andrebbe poi composto sulla base delle proprie preferenze in termini di rischio e rendimento atteso, con una combinazione del GMP e l’asset risk-free. Le varie combinazioni tra il GMP e l’asset risk-free definiscono la cosiddetta Capital Market Line. In sintesi, il GMP rappresenta un ottimo punto di partenza per l’asset allocation globale e una guida preziosa per ogni investitore che cerca di costruire diversificati e bilanciati.

Il lavoro di Doeswijk, Lam e Swinkels (2014) rappresenta probabilmente il contributo più completo in materia, ed è su questo studio che è basato il presente lavoro.

Per chiarire meglio, si fa riferimento al totale delle attività finanziarie detenute dagli investitori a livello globale, con l’esclusione delle attività non finanziarie quali il capitale umano, o l’arte, ad esempio. Con riferimento al dicembre 2017, ecco come sarebbe composto il Global Market Portfolio.

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Nel paper Historical Returns of the Market Portfolio (2019) gli autori valutano nel seguente modo il rendimento delle singole asset class dal 1960 al 2017

Al netto di una serie di semplificazioni operative, un’ipotesi di portafoglio GMP potrebbe essere la seguente:

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I pesi fanno riferimento alla capitalizzazione di mercato delle singole asset class e per questa ragione, a differenza dei portafogli visti fino ad ora, non vengono mai ribilanciate.

Dal gennaio 2018 al 31.12.2022 il portafoglio così impostato ha avuto il seguente andamento.

Portafoglio modello dell’autore sulla base delle indicazioni fornite

 

Nel periodo 2018 – 2022, in Italia, sono stati registrati questi livelli di inflazione:

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Nel quinquennio 2018 – 2022 l’inflazione totale è stata pari al 11,93%, quindi il risultato GAGR (cioè al netto dell’inflazione) del portafoglio dell’esempio è pari a:

22,31% – 11,93% = 10,38%

(circa 5,2% medio per anno)

Vantaggi e svantaggi della strategia del GMP e come valutarla in base alle tue esigenze di investimento

Il Global Market Portfolio (GMP) rappresenta una strategia di investimento che offre diversi vantaggi, ma anche alcuni svantaggi che devono essere attentamente valutati prima di adottarla.

Tra i principali vantaggi della strategia del GMP c’è sicuramente la sua elevata diversificazione: grazie alla scelta di un portafoglio composto da tutti i principali mercati globali, il GMP consente di minimizzare il rischio di investimento e di ottenere rendimenti a lungo termine. Inoltre, grazie alla natura passiva della strategia, il GMP è molto economico da gestire, con commissioni molto basse rispetto ad altre forme di investimento.

Tuttavia, ci sono anche alcuni svantaggi da tenere in considerazione. Innanzitutto, la strategia del GMP richiede di investire in tutti i mercati globali, inclusi quelli emergenti, che possono essere più rischiosi di quelli consolidati. Inoltre, il GMP non consente di ottenere rendimenti superiori alla media di mercato (plausibile impossibilità cercata da molti investitori), ma si limita a seguirne l’andamento.

Per valutare se la strategia del GMP è adatta alle tue esigenze di investimento, è necessario considerare il tuo profilo di rischio, il tuo obiettivo di investimento e la tua disponibilità finanziaria. In generale, il GMP è una buona opzione per gli investitori che cercano una diversificazione efficace del loro portafoglio a

basso costo, ma potrebbe non essere la scelta migliore per coloro che cercano

di battere il mercato e ottenere rendimenti superiori.

Bibliografia:

Doeswijk, Ronald Q. and Lam, Trevin and Swinkels, Laurens, Historical Returns of the Market Portfolio (January 28, 2019). 

Doeswijk, Ronald Q. and Lam, Trevin and Swinkels, Laurens, The Global Multi-Asset Market Portfolio 1959-2012 (January 2014). Financial Analysts Journal, Forthcoming. 

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