La composizione della produzione è cambiata molto poco negli ultimi 18 anni: il 34% della produzione riguarda sempre i cereali, il 24% lo zucchero, il 12% le verdure, l’11% l’olio (che è invece notevolmente cresciuto, come spieghiamo di seguito), il 10% la frutta, il 9% le radici e tuberi.
Per quanto riguarda ciò che è cresciuto di più rispetto la crescita media del 48% negli ultimi 18 anni, a parte la produzione di verdure, cresciuta del 59%, abbiamo la produzione di oleaginose (palma, soia, colza, girasole principalmente) cresciuta dell’88%.
La crescita nella produzione di verdura è attribuibile sia alla crescita, più che proporzionale, della popolazione vegana (India) sia al cambiamento delle diete nei paesi più sviluppati, dove il consumo di verdura è associato al miglioramento della dieta dal punto di vista della salute e si accompagna, in tali paesi, ad una riduzione nella crescita del consumo di carne.
La notevole crescita nella produzione di oleaginose è stata, invece, favorita, da un lato, dall’incremento della domanda di proteine (soia, colza, girasole) per la nutrizione animale, destinata alla produzione di carne e pesce, dall’altro lato dall’incremento della domanda di olio. L’olio è utilizzato sia per il consumo alimentare (legato alla crescita della popolazione) sia come combustibile (palma, colza, soia). Quest’ultimo è favorito da sussidi governativi che lo rendono competitivo rispetto all’olio di origine minerale, sussidi che, oltre a favorire l’energia verde sostenibile, sostengono la produzione agricola.
Mente la produzione delle oleaginose, come si è visto, è cresciuta dell’88% tra il 2000 e il 2020, la produzione di olio vegetale è cresciuta del 108% da 92 a 191 milioni di tonnellate, come si evince dalla Fig. 3.
Fig 3