In realtà il dato così espresso è coerente con l’adeguatezza della scelta del sottoscrittore di correre meno rischi con l’avvicinarsi dell’età pensionabile.
Notiamo una serie di aspetti:
- La componente garantita ha un ruolo molto importante che nella forma pensionistica PIP è decisivo;
- Se sommiamo alla componente garantita quella obbligazionaria e quella bilanciata (in cui la parte obbligazionaria è spesso superiore al 50 %) di fatto stiamo parlando di un accantonamento previdenziale espresso quasi totalmente in obbligazioni e titoli di stato;
- Questo processo è trasversale all’età cioè è già presente anche quando il sottoscrittore è ancora molto distante dal suo ingresso in pensione;
- La componente azionaria dunque è molto limitata, direi eccessivamente limitata se dovessimo tenere conto dell’attuale livello dei tassi d’interesse o degli obiettivi di lunghissimo termine connessi a questa scelta.
Scrive l’autore: In realtà, ciò che risulta dall’analisi dell’Autorità di vigilanza è la prevalenza dei profili caratterizzati da una minore quota di azioni: il 43,7% degli iscritti è concentrato nei comparti garantiti e il 12,4% in quelli obbligazionari, il 37,5% nei comparti bilanciati e solo il restante 6,4% nei comparti azionari. Guardando alle diverse tipologie di fondi pensione, circa il 25% degli iscritti ai fondi negoziali e il 20% ai fondi aperti ha un profilo garantito; tale percentuale sale al 43,8% nei fondi preesistenti (si tratta delle gestioni assicurative) e al 75,8% nei PIP (gestioni separate di ramo I). Gli aderenti che si posizionano su profili bilanciati e azionari sono circa il 67% nei fondi aperti, percentuale che si riduce al 57% nei fondi negoziali, al 40% nei fondi preesistenti e del 20% nei PIP; in generale, la percentuale di iscritti con profilo azionario risulta significativa solo per i fondi aperti.
E’ come se il sottoscrittore italiano di fondi pensione non si fosse accorto di una serie di cose.
Innanzitutto non esistono prodotti “garantiti” o, per dirla meglio, i prodotti garantiti o le gestioni separate di ramo I sono garantiti solo a condizione che non succeda nulla di sistemico.
In secondo luogo, sia che li si valuti a prezzi di mercato (ovvero la soluzione prodotti garantiti promossi da SGR), sia che li si valorizzi a prezzo di costo e con tutte le agevolazioni concesse a questa tipologia di valutazione prevista per le gestioni separate (soluzione prevista per gli strumenti di ramo I promossi dalle compagnie assicurative), in entrambi i casi si tratta sempre e comunque di un investimento in titoli di stato italiani.
Osserviamo quindi a quali tassi anche di lunghissimo periodo stanno investendo questi sottoscrittori: