Il tempo più importante dello spazio di Carlo Benetti

Lunedì 28 novembre abbiamo organizzato una nuova puntata di “Un portafoglio da amare” (clicca per rivedere la puntata). Carlo Benetti era uno degli speakers ma alcuni inconvenienti tecnici ne hanno limitato gli interventi. Carlo ha provveduto a descrivere allora il suo intervento per tutti noi.

La saggezza popolare attribuisce al tempo grandi capacità taumaturgiche. Il tempo è il “grande guaritore”, il suo scorrere ininterrotto, come l’acqua del fiume di Eraclito, lenisce le ferite del corpo e dell’anima. La storia dei mercati finanziari è lì a dimostrare che il tempo è il “grande guaritore” anche per i portafogli di investimento, sana le ferite delle correzioni, cura le cicatrici dei crolli più dolorosi.

Ha ragione il professor Paolo Legrenzi quando paragona l’andamento dei mercati finanziari alle lunghe scale che in Grecia scendono verso il mare nelle quali vengono scavati nella roccia allargamenti per sostare durante le faticose risalite. I mercati finanziari, scrive l’amico Paolo, non vanno presentati come un alternarsi di salite e di correzioni ma come una scala greca, nella sequenza salita-pausa-salita. Guardando ai grafici di lungo termine dei listini, in effetti il tempo trasforma le correzioni in sospensioni della crescita.

Fonte: bourbonfm.com, FactSet, JP Morgan Private Bank

“La migliore dimostrazione della prospettiva ‘salite-pause-salite’: non ci sono punti di discesa che non siano superabili, non ci sono momenti migliori durante la salita. Su un arco di soli 3 anni non fa molta differenza investire in un giorno qualsiasi oppure investire nel punto più alto raggiunto dai mercati. Su 5 anni la differenza è irrisoria. Quindi, se ci giriamo e guardiamo la strada fatta, vedremo che in realtà siamo sempre saliti con degli intervalli in cui ci siamo fermati per riposare. Questa è la metafora del mercato azionario” Paolo Legrenzi, I soldi in testa nr. 478. (clicca per accedere)

Nei contesti inflazionistici l’investimento azionario, e il tempo, sono il rimedio più efficace per conservare il rendimento reale. In altre parole, il tempo è più importante e più affidabile del “timing”, il tentativo di sfidare il mercato nell’esercizio del saperla più lunga. Un gioco costoso che, in mani meno che esperte, rischia di compromettere radicalmente il risultato complessivo.

Il tempo è più importante anche dello spazio. La gran parte dei risparmiatori italiani, certamente tutti coloro che si avvalgono della consulenza professionale, ha compreso i vantaggi della diversificazione geografica, sono sempre meno (ma forse ancora troppi) i portafogli concentrati sulle sole attività italiane. Resta però ancora poco familiare il concetto di diversificazione temporale, di pianificazione finanziaria per obiettivi.

Se il risparmio è la cassaforte che custodisce la serenità finanziaria delle famiglie nel lungo termine, allora non c’è spazio per l’idea che il risparmio serva per il “non si sa mai”. Per proteggere dagli imprevisti, dal “non si sa mai”, esistono le assicurazioni. Il risparmio invece, e l’attività di gestione che esso richiede, guardano entrambi verso il lungo periodo.

Alleato del tempo, nella gestione sapiente degli asset finanziari, è il metodo. 

La storia del signor Ronald Read è paradigmatica e conferma questa semplice verità. Ronald James Read è scomparso nel 2014 a novantatre anni, ha vissuto tutta la sua vita adulta a Brattleboro, una cittadina nel Vermont rurale, dove aveva lavorato in una stazione di servizio e come manutentore nel supermercato del paese.

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Ronald James Read (1921-2014) Wikipedia lo descrive come “janitor and gas station attendant” ma anche “investor and philantropist”. La sua storia sta diventando nota, alla sua morte ha lasciato in eredità e beneficenza un patrimonio di circa otto milioni di dollari.

Una vita semplice e tranquilla come quella di milioni di altre persone. Eppure Wikipedia ha dedicato a Ronal Read un’intera pagina nella quale lo definisce anche investitore e “filantropo”: alla sua morte infatti ha lasciato in eredità, e in beneficenza, un patrimonio di otto milioni di dollari. Senza particolari competenze finanziarie, investendo i risparmi con metodo, scegliendo blue chip e società ad alti dividendi, partecipando con regolarità agli aumenti di capitale, il sig. Read è passato indenne attraverso le numerose crisi della borsa americana. Ha applicato un metodo e vi è rimasto fedele, ha avuto pazienza, ha atteso che il tempo facesse la sua parte, non ha giocato con il timing.

Sulla base di questi convincimenti, ho partecipato alla tavola rotonda di lunedì 28 ottobre proponendo uno dei portafogli strategici di GAM Italia, caratterizzato dalla componente “core” allocata in una strategia multi-asset flessibile a bassa volatilità (Multi-Asset Strategic Allocation o MuSA), corredata da strategie “satellite” tematiche.

Fonte: GAM Italia SGR

Sono convinto che il “porto sicuro”, evocato nei momenti di turbolenza, non possa essere una singola classe di attivo, vulnerabile ai cambiamenti di scenario, ma un metodo che esclude il lancio dei dadi e la divinazione oracolare; il porto sicuro è il metodo di investimento che attutisce il rischio. In definitiva, scrive Benjamin Graham, la gestione degli investimenti finanziari è “gestione dei rischi”.

La strategia Multi-Asset Strategic Allocation proposta nel portafoglio modello obbedisce al criterio di equilibrio tra le fonti di rischio presenti al suo interno, una filosofia di gestione che tiene assieme l’impostazione classica per tipologia di strumento (azioni, obbligazioni, strategie alternative) e i comportamenti effettivi delle asset class e della loro correlazione, in particolare in fasi di avversione al rischio, distinguendo tra:

Fonte: GAM Italia SGR

Lo stile di gestione è quello di un portafoglio flessibile nell’esposizione ai beta tradizionali, attivo nella ricerca di opportunità innovative di rendimento in specifici segmenti di mercato (cosiddetti beta attivi) e con un profilo di rischio/rendimento reso efficiente grazie all’utilizzo delle componenti alfa e protezione, decorrelate rispetto ai beta di partenza. 

Viviamo nell’incertezza radicale ovvero, scrive l’ex capo della Bank of England Mervin King “in un mondo in cui non vi è modo di indentificare le probabilità degli eventi futuri né un sistema di equazioni che descriva il tentativo degli individui di far fronte a quell’incertezza”. Uno scenario che esige, da parte del gestore o del pianificatore di soluzioni finanziarie come il consulente, la capacità di adattarsi rapidamente alle nuove situazioni, ai cambiamenti repentini di direzione, la prontezza di aggiustare i portafogli con flessibilità, riconoscere i segnali, ignorare i rumori. 

La strategia MuSA, Multi-Asset Strategic Allocation, flessibile a bassa volatilità, “copre” la componente “core” del portafoglio; la delega al gestore è ampia e comprende tutte le classi di attivo, ma è disciplinata dal controllo quotidiano del risk manager: l’ottimizzazione del rendimento attraverso investimenti ampiamente diversificati è limitata da stringenti limiti di volatilità. 

Alla parte “core”, il portafoglio presentato il 28 ottobre affianca strategie tematiche di lungo termine, “storie” di fenomeni pluridecennali comprensibili all’investitore, ad esempio lo sviluppo tecnologico “disruptive” o i consumi dei beni di lusso da parte della neo costituita classe media nei paesi emergenti. 

“Investi in ciò che conosci” ammonisce il leggendario Peter Lynch che un giorno vide nella spesa della moglie una curiosa confezione a forma di uovo. Si trattava di un nuovo paio di collant appena lanciato con un marketing innovativo: prodotto di buona qualità, confezione ovale, in plastica, facile da riporre nei cassetti, commercializzato per la prima volta anche nei supermercati (siamo alla fine degli anni ‘60). Lynch si incuriosì, studiò I bilanci della società e decise di comprarla per il portafoglio azionario che aveva in gestione. 

Il successo commerciale del prodotto fu un successo anche per il titolo in borsa e per il portafoglio di Lynch che realizzò una performance stellare, Lynch aveva riconosciuto un’opportunità prima di molti altri. La morale della storia, raccontata dallo stesso Lynch, è che le opportunità di investimento sono spesso davanti ai nostri occhi, ad esempio la propensione all’acquisto di beni di lusso, vecchia come la storia dell’uomo. Il lusso, o la tecnologia “disruptive”, sono storie di investimento che abbiamo davanti agli occhi, proprio come la confezione a uovo che conteneva dei collant.

Fonte GAM Investments, Forbes

“Non abbiamo mai giocato tanto con il tempo lì davanti, tutto il tempo che ci spetta, tutto il tempo che ci tocca” canta Luciano Ligabue e probabilmente, più che un arco temporale più o meno definibile, il tempo è “un atteggiamento mentale, la prospettiva che ciascun investitore adotta nelle sue scelte di portafoglio”: uno studio del 2014 mette a fuoco almeno tre grandi vantaggi degli investitori di lungo termine rispetto ai trader:

  • la capacità di assumere posizioni per le quali i tempi della remunerazione sono incerti;
  • la capacità di sfruttare le opportunità generate dai comportamenti degli investitori di breve termine;
  • la libertà di investire in attività poco liquide.

Se il lungo termine è una condizione mentale, le virtù della pazienza e della perseveranza ne sono il corollario.

La pazienza è forse tra le virtù meno amate, stride con la cultura della velocità, con l’ambizione, con le prestazioni, evoca polverosi ricordi del catechismo, insegnamenti impartiti in una età in cui semmai è l’impazienza a farla da padrona. La pazienza è spesso associata alla lentezza dello scorrere del tempo, alla noia. L’altra virtù, la perseveranza, per il dizionario Treccani è la “fermezza nel perseguire i propri scopi o nel tener fede ai propri propositi”, dunque è perseverante colui che ha propositi e obiettivi precisi.

Pazienza e perseveranza sono le ancelle del lungo termine, quell’orizzonte in cui si colloca la porzione di portafoglio esposta ai temi di lungo termine e alle potenzialità delle economie emergenti.

La modernizzazione dell’Asia è uno storico “game changer” (fonte: GAM Investments)

È tempo di pragmatismo nelle scelte allocative, agire cioè sulla base di informazioni e di alternative ben ponderate, evitare di scommettere troppo sulla direzionalità e non cadere nelle narrazioni sulle politiche sulle banche centrali che negli ultimi dodici mesi si sono dimostrate effimere.

Non perdere di vista gli obiettivi di lungo termine e restare fedeli al proprio metodo rende l’investitore sereno di aver operato nel portafoglio con coerenza. Non sappiamo cosa riservi il futuro, sappiamo però che l’atteggiamento pragmatico nella costruzione del portafoglio è sempre preferibile agli approcci dogmatici.

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