Il terzo anno di mandato presidenziale e la borsa americana

Nei giorni scorsi mi sono imbattuto in un tweet che mi ha colpito, in cui si faceva riferimento ad alcune statistiche sul terzo anno di mandato presidenziale americano e si rifletteva sui movimenti borsistici del maggior indice americano, lo SP 500. Ebbene si notava come partendo con un investimento proprio nel terzo anno di mandato presidenziale, alla fine dei successivi 20 anni i risultati si sarebbero rivelati nella quasi totalità dei casi lusinghieri, in alcuni casi importanti.

Clicca sulle immagini per accedere alla fonte

Il dato è molto interessante anche perché prende in considerazione 100 anni di storia e quindi ben 25 mandati presidenziali. Nella tabella sopra sono riportati in rosso gli anni contrassegnati da elevati livelli inflattivi come probabilmente ricorderemo l’attuale fase.

Osservando quindi la storia e presupponendo che il passato ci possa dare un riferimento statistico robusto, possiamo dire che molto probabilmente chi acquisterà borsa americana il primo gennaio 2023, anno del terzo mandato presidenziale americano, e la conserverà in portafoglio per i prossimi 20 anni, potrà statisticamente ambire a raggiungere il 754 % di plusvalore. Questa performance potrebbe rivelarsi ancora più consistente qualora questo periodo di elevata inflazione dovesse proseguire.

Qualcuno dei lettori potrebbe però osservare che 20 anni di attesa sono davvero tanti!

Mi torna in mente una vecchia vignetta, in cui viene chiesto ad un gruppo di persone chi volesse diventare ricco. In un attimo tutti, nessuno escluso, ad alzare la mano. Ma ecco che l’interlocutore aggiunge: chi vuole diventare ricco tra 2 decadi? E tutti a ritrarre la mano!!

Ho pensato allora di provare a cercare altri dati su questo mitico terzo anno di mandato presidenziale.

Ho trovato questa ulteriore slide:

Clicca sull’immagine per accedere alla fonte

Questo studio proposto da Ned Davis Research prende in considerazione il periodo tra il 1900 e il 2017. Anche in questo caso parrebbe che storicamente parlando quello attuale possa rivelarsi un anno particolarmente favorevole per i mercati azionari americani.

Il caso poi ci ha messo il suo zampino. Pochi giorni fa ho ascoltato la presentazione di un gestore che stimo molto, Alessandro Tentori di AXA IM Italia. Tra le slides proiettate ad un certo punto ne è comparsa una costruita da Goldman Sachs Research:

In essa si evidenzia che come dal 1932 ad oggi nel terzo anno di mandato presidenziale americano lo SP 500 ha avuto una performance positiva nel 95 % dei casi e che la media di performance annua realizzata è stata del 17 %.

Mi sono allora messo ulteriormente a frugare su internet ed ho trovato un altro paio di spunti interessanti.

L’ufficio studi della US Bank ha proposto uno studio che prende in considerazione gli ultimi 60 anni ma in maniera più analitica, facendo riferimento alle elezioni di mid term che si sono appena concluse:

Clicca sull’immagine per accedere alla fonte

In esso vengono forniti i dati statistici riferiti a 4 periodi temporali:

  • i 12 mesi antecedenti le elezioni e cioè dal 1 novembre dell’anno precedente al 31 ottobre dell’anno in cui avvennero;
  • i tre mesi successivi alle elezioni e cioè dal 1 novembre dell’anno delle elezioni al 31 gennaio dell’anno successivo;
  • i sei mesi successivi alle elezioni e cioè dal 1 novembre dell’anno delle elezioni al 30 aprile dell’anno successivo;
  • i dodici mesi successivi alle elezioni e cioè dal 1 novembre dell’anno delle elezioni al 31 ottobre dell’anno successivo.

Portandolo ai giorni nostri stiamo parlando di questi periodi:

  • 1 novembre 2021 – 31 ottobre 2022;
  • 1 novembre 2022 – 31 gennaio 2023;
  • 1 novembre 2022 – 30 aprile 2023;
  • 1 novembre 2022 – 31 ottobre 2023.

Anche in questo caso troviamo un dato medio interessante e la conferma che nella storia l’anno antecedente alle elezioni di medio termine non è stato mai troppo positivo per i mercati azionari anche se raramente così negativo come questa volta.

Concludo la rassegna con un ultimo lavoro proposto da Capital Group in cui si torna in maniera precisa a parlare di terzo anno di mandato presidenziale americano, con un arco temporale dell’analisi dal 1950 ad oggi:

Clicca sull’immagine per accedere alla fonte

CONCLUSIONI

Un aforismo che mi è sempre piaciuto dice:

ci sono tre tipi di bugie: quelle piccole, quelle grandi e le statistiche.

Nulla vieta quindi che il 2023 non si possa rivelare un anno negativo per i mercati azionari americani. Nessuno può saperlo. Anche se le statistiche parlano di un 90/95% di rialzo dei mercati, il 2023 potrebbe ricadere nel 5% negativo!!

Allo stesso tempo non possiamo trascurare la corposità dell’osservazione empirica e provare piuttosto a quali condizioni possa verificarsi nuovamente questo scenario favorevole per l’equity.

Nel mio piccolo, il contributo che posso dare è riproporre il mio solito quadrante e pensarci su:

Affinchè il quadrante in basso a destra possa risultare il più interessante dovremo assistere e anticipare una rallentamento/recessione meno severa delle attese ovvero di quanto oggi venga scontato dai mercati e un’inflazione che in prospettiva torni sotto controllo.

Altrimenti sarà difficile assistere ad un anno in linea con la storia del terzo anno di mandato presidenziale americano.

Nelle prossime settimane proveremo a verificare grazie agli uffici studi delle banche centrali locali americani lo stato dell’arte dell’economia.

NOTA BENE: LE AVVERTENZE CHE SEGUONO FANNO PARTE INTEGRANTE DELL’ARTICOLO

AVVERTENZE: I contenuti di queste note e le opinioni espresse non devono in nessun caso essere considerati come un invito all’investimento. Le analisi non costituiscono mai una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di qualsivoglia strumento finanziario.

Queste note hanno per oggetto analisi finanziarie e ricerca in materia di investimento. Qualora vengano espresse delle raccomandazioni, queste hanno carattere generale, sono rivolte ad un pubblico indistinto e mancano dell’elemento della personalizzazione.

Sebbene frutto di approfondite analisi, le informazioni contenute in queste note possono contenere errori. Gli autori non possono in nessun caso essere ritenuti responsabili per eventuali scelte effettuate dai lettori sulla base di tali informazioni erronee. Chi decide di porre in essere una qualsiasi operazione finanziaria sulla base delle informazioni contenute nel sito lo fa assumendone la totale responsabilità. 

DISCLAIMER: The contents of these notes and the opinions expressed should in no case be considered as an invitation to invest. The analyzes never constitute a solicitation to buy or sell any financial instrument.

These notes relate to financial analysis and investment research. If recommendations are made, these are of a general nature, are aimed at an indistinct audience and lack the element of personalization.

Although the result of in-depth analysis, the information contained in these notes may contain errors. The authors cannot under any circumstances be held responsible for any choices made by readers on the basis of such erroneous information. Anyone who decides to carry out any financial transaction on the basis of the information contained in the site does so assuming full responsibility.