IL WELFARE: FUTURO O REALTA’? – di Barbara Colombo

IL WELFARE: FUTURO O REALTA’?

 

Il Welfare Aziendale sta conoscendo una straordinaria diffusione.

Dagli ultimi rapporti si legge che, soprattutto nelle aree in cui vi è attenzione per l’innovazione nell’industria e nei servizi, è un cardine di sviluppo economico e sociale.

Trovare una definizione generale e compiuta di Welfare Aziendale non è però assolutamente semplice considerando che nel nostro ordinamento non ne esiste una univoca.

In linea generale, possiamo affermare che il Welfare Aziendale rappresenta l’insieme delle iniziative di natura contrattuale o unilaterali da parte del datore di lavoro dirette ad incrementare il benessere del lavoratore ed anche della sua famiglia attraverso una diversa ripartizione della retribuzione.

Questa diversa ripartizione può consistere sia in benefit rimborsuali sia nella fornitura diretta di servizi o un mix delle due soluzioni.

Parlare oggi di Welfare significa guardare dentro una nuova dimensione del lavoro, in cui i contratti aziendali integrativi, grazie anche ai benefici fiscali collegati, consentono di avere migliori condizioni per l’assistenza sanitaria, la pensione integrativa, il supporto allo studio dei propri figli e la possibilità di occuparsi dei famigliari disabili: questi solo alcuni degli esempi. Non si tratta di soldi veri e propri ma bensì di servizi o di tempo libero.

Oggi sempre più aziende puntano sul Welfare Aziendale come opportunità strategica per intercettare i bisogni dei propri dipendenti, fidelizzandoli e quindi ottimizzando al contempo i costi interni.

Incoraggianti i dati esposti in occasione del Welfare Index PMI 2019

promosso da Generali Italia a cui hanno partecipato le maggiori confederazioni italiane: una impresa su due è attiva in almeno quattro aree di Welfare Aziendale e negli ultimi tre anni sono triplicate le imprese attive raggiungendo quota 45,9% contro il 25,5% del 2016.

Un altro dato molto significato ed importante che è emerso, è rappresentato dalla platea delle imprese destinatarie del sistema. Si è infatti evidenziato che il welfare aziendale non è solo ad appannaggio delle grandi imprese che ne restano avvantaggiate, ma in questi ultimi anni è riuscito a rompere la barriera dimensionale diffondendosi anche nelle piccole e microimprese.

Le imprese intervistate che hanno attivato strumenti di Welfare dichiarano di avere un impatto positivo sull’andamento della produttività e che benessere sociale e risultati di business crescono di pari passo.

Le imprese devono pertanto prendere sempre più consapevolezza del loro ruolo sociale come attori fondamentali per lo sviluppo del territorio e delle comunità in cui sono inserite.

Si può affermare quindi che il Welfare Aziendale rappresenta un nuovo modello produttivo d’impresa oltre che una parziale risposta all’arretramento di quello pubblico: fa crescere l’impresa ma anche il Paese e rappresenta una sfida politica, culturale ed imprenditoriale.

Infatti, per quanto impercettibile, esiste un sottile filo di congiunzione che lega le decisioni di investimento del risparmio privato di un individuo, da una parte, e le politiche di offerta di servizi di welfare dall’altra.

Le difficoltà del Welfare State italiano, creano l’esigenza di cercare e trovare soluzioni innovative da affiancare alle tradizionali politiche sociali, che siano capaci di progettare processi di welfare virtuosi che mettano al centro la persona.

 

Barbara Colombo

Studio Colombo Barbara

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