Indicatori di Sentiment su S&P500 di Eugenio Sartorelli

Vediamo cosa ci può dire il mercato delle Opzioni (letto su base Quantitativa) sul principale mercato mondiale. In Particolare si vuole capire cosa pensano gli Opzionisti della persistente fase rialzista.

Ricordo che il mercato delle Opzioni è un mercato formato da specialisti, i quali si posizionano in funzione di anticipare cosa potranno fare (o non fare) i mercati sottostanti. Inoltre il mercato Usa è quello dove si concentrano i maggiori Volumi di Opzioni.

Oggi i principali Indici Usa sono chiusi per festività.

Prima vedremo l’andamento della Volatilità Implicita sull’S&P500 (dati giornalieri) – ovvero il Vix e la VVix (praticamente la Volatilità della Volatilità). Poi vedremo altri Indicatori come il Put/Call ratio e per la prima volta la Struttura a Termine della Volatilità.

Vediamo il grafico del Vix aggiornato con alla chiusura del 15 gennaio (dati giornalieri a partire da dicembre 2018):

Come si vede il Vix ha fatto un massimo di grande rilievo il 16 marzo (vedi freccia blu) che ha anticipato i minimi di mercato del 23 marzo (vedi freccia rossa). La Volatilità è scesa con una buona intensità, ma con 2 picchi di rilievo l’11 giugno ed il 30 ottobre 2020, dove l’S&P500 ha fatto dei minimi relativi.

Malgrado il deciso trend rialzista dei mercati Usa la Volatilità non scende sotto 20, che è una media di lungo periodo. Dobbiamo abituarci a livelli medi di Vix più elevati che in passato.

Attualmente la Volatilità è intorno a 24 e poco sopra alla media a 2 anni. Per ora non si intravvedono situazioni di pericolo per il trend dell’S&P500. Solo valori di Vix oltre 27 e verso 30 sarebbero legati a timori di correzioni degli Indici Usa.

Una ulteriore informazione possiamo averla dal rapporto del Volume di Put e Call, ovvero il Put/Call ratio.

Vediamo il grafico che rappresenta una media mobile esponenziale a 8 gg di questa ratio:

Come vedete dalla figura, anche questo rapporto ha fatto un massimo intorno al 14 marzo 2020 (vedi freccia verde) e quindi ben prima del minimo dell’S&P500. Poi questa ratio è scesa con una buona costanza; solo il 3 novembre (vedi freccia rossa) ha fatto un massimo di rilievo e questa volta poco dopo il minimo di S&P500 del 30 ottobre.

Attualmente il P/C ratio e su valori mediamente bassi, segno di un sentiment favorevole al rialzo degli Indici Usa.

Da ultimo mostro un Indicatore (di mia creazione) Sintetico di Sentiment, che tiene conto di numerosi fattori e della loro correlazione con l’Indice S&P500:

Questo Indicatore si vede come segua spesso la tendenza dell’Indice S&P500 – quando non la segue vi sono dei segnali discordanti (divergenze). Dopo il minimo del 6 marzo 2020 (vedi freccia arancio in basso) l’Indicatore ha ben seguito il rialzo dell’Indice S&P500 sino a circa inizio agosto (vedi retta verticale punteggiata). Poi vi è stato un chiaro scollamento.

Soprattutto dopo il minimo di S&P500 del 30 ottobre (vedi freccia rossa) l’Indicatore di Sentiment ha seguito assai poco il rialzo dell’S&P500 verso nuovi massimi (vedi rette rossa e arancio punteggiate). Addirittura questo indice da fine dicembre sta leggermente scendendo a sottolineare l’eccezionalità dell’attuale fase.

Tirando un po’ le somme, gli indicatori Quantitativi legati al mercato delle Opzioni ci segnalano che l’attuale fase di ulteriore forza dell’S&P500 dopo i minimi relativi del 21 dicembre 2020, è accompagnato da una discreta fiducia degli Indicatori di Sentiment più tradizionali (Vix e P/C ratio).

Una più approfondita analisi del Sentiment, ci dice che la fase attuale ha connotati fuori statistica. Per definizione ciò che è fuori statistica è più difficile da prevedere, ovvero può portare a movimenti imprevisti.

Articolo del 18 gennaio 2021

A cura di:

Eugenio Sartorelli

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