Il mondo delle criptovalute e degli asset digitali è nato nel 2009 con l’avvento del Bitcoin, la prima valuta digitale decentralizzata che consente lo scambio di valore a distanza senza ausilio di intermediari. Uno degli elementi distintivi che gli conferiscono valore è la scarsità intrinseca, con una quantità massima limitata a 21 milioni di unità. In questo articolo esploreremo come si arriva a questo numero, analizzeremo il fenomeno degli halving e il loro impatto sul prezzo del Bitcoin, e discuteremo delle opportunità di investimento che possono derivarne.
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Il mondo delle criptovalute e degli asset digitali è nato nel 2009 con l’avvento del Bitcoin, la prima valuta digitale decentralizzata che consento lo scambio di valore a distanza senza ausilio di intermediari. Uno degli elementi distintivi che gli conferiscono valore è la scarsità intrinseca, con una quantità massima limitata a 21 milioni di unità. In questo articolo esploreremo come si arriva a questo numero, analizzeremo il fenomeno degli halving e il loro impatto sul prezzo del Bitcoin, e discuteremo delle opportunità di investimento che possono derivarne.
Prima dell’avvento del Bitcoin, qualsiasi file digitale, come ad esempio una canzone in formato MP3 o un’immagine in formato JPG, poteva essere copiato infinite volte con un costo praticamente insignificante da chiunque ne avesse accesso. Con Bitcoin, invece, viene introdotto per la prima volta nel contesto digitale il concetto di scarsità, e proprio questa caratteristica gli conferisce valore. In economia, infatti, il prezzo di un bene dipende dalla sua scarsità e non dalla sua effettiva utilità. Per esempio, l’ossigeno è estremamente prezioso per gli esseri umani, ma è abbondante sulla superficie terrestre e quindi è gratuito, mentre un dipinto di Picasso, essendo raro, è quotato in milioni di euro, nonostante non abbia alcuna utilità per la sopravvivenza umana.
Il Bitcoin, al contrario, unisce una specifica utilità, ovvero la possibilità di trasferire valore in modo sicuro e senza intermediari, alla sua intrinseca scarsità, e da ciò deriva l’interesse e il valore ad esso associato.
Ma da dove proviene il numero di 21 milioni? Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo del fondatore o dei fondatori del Bitcoin, ha stabilito una politica di emissione di nuovi Bitcoin, come remunerazione per coloro che mantengono in vita la rete Bitcoin e la blockchain ad esso associato.
Inizialmente, l’emissione di Bitcoin era fissata a 50 Bitcoin ogni 10 minuti circa, corrispondente al tempo medio tra un blocco di transazioni e il successivo. Nel corso del tempo, la quantità di nuovi Bitcoin emessi diminuisce gradualmente, per la precisione ogni 210.000 nuovi blocchi (circa quindi ogni 4 anni) viene dimezzata.
Questo evento di dimezzamento è chiamato “Halving” ed è già avvenuto tre volte dalla nascita di Bitcoin. Inizialmente, la ricompensa per blocco era di 50 Bitcoin, poi è scesa a 25, successivamente a 12,5 e ora è di 6,25.
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Attualmente sono stati minati più di 19 milioni di Bitcoin e si arriverà a sfiorare 21 milioni complessivi fino all’anno 2140, anche se questo numero non verrà mai raggiunto completamente perché nel tempo vari Bitcoin sono andati persi. Questo in particolare nei primi anni, quando il loro valore era trascurabile e il livello di attenzione e l’esperienza nella loro custodia ancora basso.
Con il tasso di espansione attuale della base monetaria di BItcoin, si può calcolare un tasso di inflazione attuale pari all’1,8%, già inferiore al tasso di inflazione target delle banche centrali. Nel tempo tale tasso tenderà a zero, rendendo Bitcoin sempre più attraente da detenere in termini di mantenimento del potere d’acquisto rispetto alle valute tradizionali.
Se quanto descritto sopra è corretto, si può ritenere che il prezzo del Bitcoin sia fortemente influenzato da questo fenomeno di dimezzamento delle nuove emissioni di Bitcoin. Si potrebbe altresì supporre che il prezzo del Bitcoin subisca una forte pressione al rialzo nel periodo successivo a tale evento. La microeconomia ci insegna infatti che, a parità di domanda, la riduzione dell’offerta di un bene comporta un aumento del prezzo, mantenute costanti le altre condizioni.
Esaminando il grafico seguente, possiamo infatti notare che storicamente ci sono state tre fasi distintive nel ciclo del Bitcoin. Nel periodo immediatamente successivo all’halving (rappresentato dalla fascia più scura), si osserva una forte pressione al rialzo sul prezzo, che raggiunge valori irrazionali a causa del fenomeno detto FOMO (Fear of Missing Out), ovvero il timore degli investitori (spesso emotivi) di perdere l’opportunità di guadagni straordinari. Questa fase è seguita da quella che i tecnici chiamano “crypto winter” (inverno delle criptovalute), in cui l’entusiasmo si raffredda a causa di una drastica riduzione del prezzo e si instaura un periodo di forte pessimismo. La brusca diminuzione del prezzo di solito comporta una pulizia del mercato, in cui i business meno solidi (o truffaldini) che si basano solo sulla crescita costante del prezzo vanno incontro a crisi. Questi fallimenti contribuiscono ad alimentare la spirale negativa di decrescita e di mancanza di fiducia, che può durare più di un anno.

Fonte: prezzo di chiusura giornaliero di Bitcoin, analyser4crypto.com, rielaborazione Diaman Partners LTD, dati al 1/11/23
Infine, inizia una fase di stabilizzazione e moderata crescita del prezzo chiamata “pre-halving”, in cui ci troviamo attualmente in vista del prossimo halving previsto per aprile 2024. In questa fase, gli attori più esperti, come le istituzioni e le cosiddette “whales” (grandi investitori con ingenti disponibilità finanziarie), iniziano ad accumulare Bitcoin. Un segnale pubblicamente verificabile che caratterizza questa fase di mercato è la diminuzione dei Bitcoin detenuti nelle riserve degli exchange. Poiché lasciare le criptovalute in custodia presso gli exchange è considerato rischioso, il ritiro delle riserve indica la volontà dei trader di mantenere un investimento a medio/lungo termine, anziché utilizzare l’asset per scambi frequenti e opportunistici.
Un elemento sorprendente evidenziato nel grafico, nella parte inferiore, è il periodo di tempo che intercorre tra il minimo del prezzo e l’halving, e da quest’evento al successivo massimo relativo. È straordinario e sorprendente quanto siano stati regolari in passato i cicli del Bitcoin.

Fonte: prezzo di chiusura giornaliero di Bitcoin, analyser4crypto.com, rielaborazione Diaman Partners LTD, dati al 1/11/23
Disclaimer: i rendimenti passati non rappresentano alcuna garanzia di ottenere simili risultati in futuro
È importante notare che ciò non implica alcuna garanzia che questi pattern si ripeteranno in futuro. Tuttavia, dopo aver condotto questa analisi, sarebbe ingenuo non tenere conto di questo fenomeno nella pianificazione delle proprie decisioni di investimento oppure non fare affidamento su un consulente o un gestore che ne tenga conto.
Per coloro che desiderano investire in questa classe di asset ma non dispongono del tempo o delle competenze per approfondire questi fenomeni, un’opzione interessante potrebbe essere quella di affidarsi a un gestore professionale. Diaman Partners, con quattro anni di esperienza reale di investimento in questo settore, vanta una solida storia di performance e gestione del rischio. A partire da giugno Diaman Partners ha lanciato il primo fondo UCITS che consente di ottenere esposizione a Bitcoin e ad altri asset digitali, garantendo un buon livello di diversificazione e gestione del rischio nelle fasi di maggiore volatilità e la protezione di un patrimonio segregato e di uno strumento regolamentato, armonizzato e soggetto in Italia a trattamento fiscale in linea con quello degli altri strumenti finanziari in deposito titoli, dove di norma è l’intermediario a svolgere il ruolo di sostituto di imposta, senza lasciare all’investitore altre incombenze. Il fondo infine è accessibile agli investitori al dettaglio, con l’opzione di accendere un piano di accumulo con una rata di 100€ al mese.
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