Come sappiamo, a partire dalla crisi del 2008 l’importanza e il ruolo delle banche centrali sono enormemente aumentati grazie alle crescenti risorse elargite alle istituzioni creditizie a sostegno dei mercati mondiali. Questo flusso di denaro ha inevitabilmente reso meno tangibile il legame tra economia reale e andamento dei prezzi delle attività quotate.
In questo momento il dibattito come sappiamo si è spostato sull’inflazione. Da un lato abbiamo dati che ci parlano di una ripresa inflattiva, dall’altro i mercati finanziari che ritengono che questa situazione sia solo temporanea, spinti in questa valutazione dagli atteggiamenti della Federal Reserve.
Il mese scorso da queste pagine avevamo lanciato un campanello d’allarme o, per meglio dire, avevamo segnalato un evento che secondo noi era anomalo.
Avevamo cioè evidenziato come l’ufficio studi della Federal Reserve di New York, una delle fonti più autorevoli in merito alle stime sulla crescita dell’economia americana, avesse cessato di pubblicare i suoi dati dal 3 settembre 2021. Volutamente non avevamo voluto commentare l’episodio accettando che l’impatto della pandemia avesse effettivamente potuto rendere meno puntuale il modello tramite cui vengono poi rilasciati i dati.
Non abbiamo le competenze per valutare se ciò sia possibile o meno. A sensazione, o per lo meno leggendo i giornali o ascoltando le televisioni, il peggio dovrebbe essere ormai passato e lo dovrebbe essere da un punto di vista della stabilità dei dati ormai da un paio di trimestri.
Non ci rimane a questo punto che guardare alla sola Federal Reserve di Atlanta per provare a rimanere informati in maniera autonoma ma autorevole. Ripercorriamo tramite le nostre pubblicazioni precedenti l’evoluzione dei dati che su base annua la FED di Atlanta aveva evidenziato, tanto per rappresentare una traiettoria.
7 maggio 2021 stima della crescita su base annua del secondo trimestre + 11,0 %
2 luglio 2021 stima della crescita su base annua del secondo trimestre + 7,8 %
10 settembre 2021 stima della crescita su base annua del terzo trimestre + 3,7 %
Ieri la Federal Reserve di Atlanta ha pubblicato il suo aggiornamento relativo al terzo trimestre 2021 su base annua. Andiamo a vedere cosa è uscito:
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Cari amici le perplessità aumentata, e non poco. Da una parte i mercati finanziari con le loro attese sulla crescita molto positive, dall’altra questo ufficio studi noto per la propria disciplina e concretezza che di fatto lancia un grande campanello d’allarme, stimando in soli 1,3 % la crescita del terzo trimestre su base annua.
Riassumendo quindi abbiamo una buona parte del mercato che ritiene che i dati sull’inflazione siano elevati ma solo temporaneamente e che quindi l’inflazione non si manifesterà in maniera duratura.
A questo proposito vi ricordo che i rendimenti deti titoli obbligazionari sono nominali e se ci fosse realmente un’attesa inflattiva negli Stati Uniti non avremmo i tassi a 10 anni all’1,57 % e a 30 anni al 2,14 % ma assisteremmo a valori ben più elevati.
Dall’altro è indubbio che i tassi americani stiano salendo, anche se poco alla volta. Esiste quindi una parte del mercato che ritiene che l’inflazione si rivelerà duratura
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Non ci aiuta il dato record di sottoscrizione dell’ETF relativo ai titoli di stato americani aventi scadenza residua tra 1 e 3 anni. Una sorta di grande parcheggio per chi in questo momento non sa effettivamente cosa fare. Un po’ come successe ad aprile 2020 quando la paura e le incertezze portarono gli investitori a lasciare molto denaro in liquidità o su strumenti obbligazionari con basso rischio tasso.
Per non parlare della crescita. Rileggiamo la slide della FED di Atlanta apponendo due frecce:
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In verde l’aspettativa delle principali case di investimento, ovvero il consensus economico che muove i mercati finanziari, che depone ancora per una crescita importante negli Stati Uniti.
Con la freccia rossa invece vediamo l’esito del modello matematico elaborato dall’ufficio studi della FED di Atlanta.
È pur vero che ci viene ricordato:
GDPNow non è una previsione ufficiale della Fed di Atlanta. Piuttosto, è meglio visto come una stima corrente della crescita del PIL reale basata sui dati economici disponibili per l’attuale trimestre misurato. Non sono stati apportati aggiustamenti soggettivi a GDPNow: la stima si basa esclusivamente sui risultati matematici del modello.
In particolare, non coglie l’impatto del COVID-19 e della mobilità sociale oltre il loro impatto sui dati di origine del PIL e sui rapporti economici pertinenti che sono già stati rilasciati. Non prevede il loro impatto sui prossimi rapporti economici oltre le dinamiche interne standard del modello.
Ne prendiamo atto ma prendiamo anche spunto per ribadire che la fase è molto più incerta di quanto non si possa pensare.
Ci viene in soccorso Ray Dalio, noto grande gestore americano, che con il suo modello All Weather Portfolio prova a determinare un portafoglio valido per tutte le stagioni:

Concludiamo quindi sottolineando che diventa molto importante costruire un portafoglio solido che sappia reggere agli eventuali momenti di incertezza avendo al proprio interno asset class che esprimano forze e fonti di performance diversificate e tra loro decorrelate.
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