La previdenza complementare è un giocattolo costoso? – di Ghibli

In Italia da qualche tempo siamo sempre più spesso chiamati ad aderire ai fondi pensione, peccato però che l’adesione non basti: serve anche versare i contributi!

E non solo: i fondi a cui ci rivolgiamo sono spesso a contributi definiti (e non a prestazioni definite) e quindi il fondo garantisce solo la certezza dell’onere, dei contributi versati, ma non si impegna ad alcuna prestazione, che dipenderà dai contributi versati, dai rendimenti finanziari e dal coefficiente di conversione in rendita.

E se il fondo non garantisce niente, tocca a noi vigilare il nostro comportamento: la nostra costanza nel versare, nel controllare i rendimenti e nel comprendere che la pensione dipende dal coefficiente di conversione del capitale in rendita.

Ma è possibile fare qualche calcolo?

E comprendere se la previdenza complementare è un giocattolo più o meno costoso?

Occorre partire da alcune ipotesi….immaginiamo (è gratis!) che una persona decida di iscriversi ad una forma di previdenza complementare (fondo chiuso, aperto o FIP) in età giovane tale da restare nel sistema dei fondi per 40 anni. In questi 40 immaginiamo altresì che il nostro amico investa ogni anno 5.000 Euro di contributi, e che ogni anno sul conto previdenziale maturi un rendimento del 5% al netto dei costi e delle imposte, che il tasso di inflazione sia dell’1% e che il coefficiente di trasformazione del capitale in rendita sia del 5%.

Alla luce di queste ipotesi quali risultati si ottengono? Dopo 40 anni di versamenti il montante sarà 634.199 Euro, che corrisponderà ad una rendita vitalizia di 31.710 Euro. Ora ricordate quel tasso di inflazione dell’1%? In termini reali e quindi per comparare questa rendita con i primi 5.000 Euro occorre scontare l’importo della rendita al tasso di inflazione….e cosa si ottiene? Una rendita vitalizia di 21.298 Euro.

Ora, quali conclusioni?

Beh diverse! La prima è che sì, la previdenza è un giocattolo costoso. Anzi forse non è neanche un giocattolo…è una cosa seria. Che dipende da variabili terribilmente serie. E’ un investimento per la vita. Che deve essere affrontato come un serio investimento…

La seconda è: ma quanto investono gli italiani? Beh non certo 5.000 Euro, diciamo meno della metà, nella migliore delle ipotesi…(fonte CoViP) e quanto restano investiti? Diciamo che aderiscono poco dopo i 40 anni, quindi potremmo immaginare poco più di 20……..i risultati? Ve li potete immaginare…..

Ghibli