La svolta del Fascicolo Sanitario Elettronico di Filippo Donati

Sono tutti concordi. L’unica strada percorribile per il miglioramento e per il futuro dei sistemi sanitari in Europa e nel mondo è l’evoluzione digitale.

In particolare nel vecchio continente siamo in mano al PNRR che prevede un miglioramento del Sistema Sanitario Nazionale attraverso strutture più moderne, digitali ed inclusive.

In Italia è previsto un investimento per i prossimi anni pari a 15,6 mld di EUR, e costituisce la Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

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Anche il Censis nel 1° Rapporto Annuale Jansenn-Censis sulla Sanità Italiana tenuto a Roma lo scorso 25 marzo 2022, evidenzia che per la Sanità la svolta sarà guidata dalla digitalizzazione e dalle tecnologie. Il Rapporto fa emergere quattro concetti: quello della ricerca, dell’innovazione, dell’azione e poi l’esigenza di rinnovare, coniando un nuovo neologismo, la rinnovazione

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Le Anagrafe degli assistiti.

Ma partiamo da un primo dato. Oggi tutti i cittadini iscritti al SSN sono registrati nelle “Anagrafe regionali” a cui sono collegate le Aziende Sanitarie locali.

La denominazione è differente in base alla scelta effettuata a livello regionale tra ASL e ATS. In alcune Regioni le ASL hanno assunto una nuova denominazione, per esempio in Lombardia le aziende ospedaliere prendono il nome di ASST – aziende socio sanitarie territoriali – mentre in altre le ASL prendono il nome di ATS – agenzie di tutela della salute: insomma ciascuna regione ha scelto per queste aziende una diversa denominazione.

Proprio la frammentazione di enti regionali e l’impostazione che è stata data alla Sanità Italiana con le regioni a dettare legge, ha contribuito ad una certa confusione sulla gestione dei dati. Per questo motivo è stata realizzata l’Anagrafe nazionale degli assistiti, che sarà collegato all’anagrafe nazionale della popolazione residente e che renderà più semplice, immediato ed efficacie l’accuratezza dei dati e il loro scambio in tempo reale tra le Regioni, i ministeri dell’Economia e della Salute.

I vantaggi per la popolazione sono importanti. Ad esempio, in caso di cambiamento di residenza, le informazioni, anche sanitarie, si potranno spostare con un semplice click. Sarà migliorato, inoltre, il monitoraggio della spesa e dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) che per legge devono essere assicurati a tutti i cittadini. Ma il vantaggio maggiore di questa centralizzazione dei dati sarà l’implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico.

La magia del Fascicolo sanitario elettronico

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Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è lo strumento attraverso il quale il cittadino può tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti sanitari, affinché i servizi siano più efficaci ed efficienti.

Tutte le informazioni e i documenti che costituiscono il FSE sono resi interoperabili per consentire la consultazione e il popolamento in tutto il territorio nazionale e non solo nella regione di residenza dell’assistito. Questo permette all’assistito una maggiore libertà nella scelta della cura e nella condivisione delle informazioni che sono tutte disponibili tramite l’accesso al FSE da parte dei professionisti sanitari.

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L’Agenzia per l’Italia Digitale e il Ministero della Salute hanno realizzato una serie di indicatori che permettono il monitoraggio dello stato di attuazione e di diffusione del FSE sul territorio nazionale, da parte di tutti i soggetti interessati: cittadini, medici e Aziende Sanitarie.

Il FSE è oramai uno strumento indispensabile, che è servito molto in questo tempo di pandemia, ad esempio per la visualizzazione e il monitoraggio dei referti digitalizzati dei tamponi COVID-19. Il sito ci informa che sono più di 384 milioni i referti digitalizzati!

Si ribadisce, quindi, la centralità del FSE sul quale possono essere anche registrate:

  • le linee guida per la prevenzione e il mantenimento dello stato di salute;
  • la descrizione delle malattie e delle loro cause;
  • i documenti di servizio per gli erogatori (farmaci, terapie in atto, etc.);
  • i fattori di rischio preesistenti nel paziente;
  • una eventuale lettera di dimissione;
  • un memo per controlli nel tempo;
  • l’raccordo della terapia con quella stabilita da altri medici curanti;
  • i sistemi di supporto alla decisione per la diagnosi e la terapia dei pazienti;
  • la valutazione e gestione dei rischi per ogni paziente;

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Anche il Report molto interessante di Deloitte “ Digital Transformation: shaping the future of the European healthcare” riporta che la cartella clinica elettronica e i sistemi di prescrizione elettronici sono le tecnologie più usate dagli operatori sanitari in tutta Europa (e anche dai cittadini di conseguenza).

Più ne aumenterà l’utilizzo, come in una catena del valore cittadino è medico è struttura sanitaria, migliore sarà la capacità della Sanità di rispondere alle esigenze di tutti.

Il Report evidenzia anche che cominciano a farsi spazio le tecnologie digitali più avanzate: in Italia il 5% e l’8% degli operatori sanitari intervistato dichiara di utilizzare rispettivamente l’Artificial Intelligence (AI) e la robotica.

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I benefici di una trasformazione digitale permettono al paziente di monitorare meglio il proprio stato di salute, migliorare in generale “l’esperienza di essere un paziente”, di attuare meglio politiche di prevenzioni e cure personalizzate. Ma soprattutto permettono al sistema sanitario di integrare le cure e la interoperabilità delle informazioni, di aumentare l’efficienza delle cure e la sua economicità. Ma anche per i medici è fondamentale: può migliorare la capacità do prendere decisioni corrette, libera risorse attraverso l’automazione, può aumentare la soddisfazione del lavoro dei medici.

Il Report non si limita solo ad indicare come la tecnologia stia impattando positivamente sulla Sanità, ma indica anche una serie di motivi ostativi all’introduzione e all’implementazione delle nuove tecnologie, alcuni più logici (la burocrazia, il costo della tecnologia, il training da erogare ai medici per le nuove tecnologie), ma altri meno scontati, quali la scoperta di nuove tecnologie e ad esempio convincere i medici della bontà delle scoperte tecnologiche.

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Prima dell’emergenza il livello di utilizzo della telemedicina superava di poco il 10%, durante l’emergenza ha superato il 30% per molte applicazioni

Fra i servizi digitali più utilizzati il teleconsulto con medici specialisti (47% degli specialisti e 39% dei medici di famiglia, che raccoglie l’interesse per il futuro di 8 medici su 10). Sempre durante l’emergenza sanitaria, emerge come servizio richiesto, la televisita (39% degli specialisti e dei medici di famiglia) e il telemonitoraggio 28% e 43%).

I servizi di telemedicina non sono però sufficienti a soddisfare l’esigenza dei pazienti, sia in termini di offerta che di modalità.

I pazienti dichiarano che la modalità più utilizzata per monitorare a distanza il loro stato di salute è una semplice telefonata oppure una videochiamata di controllo (23%)”. Molto meno utilizzati i vari servizi strutturati, come la televisita con lo specialista (8%), la teleriabilitazione (6%) o il telemonitoraggio dei parametri clinici (4%).

Queste le risultanze emerse dal “Rapporto civico sulla salute. I diritti dei cittadini e il federalismo in sanità”, presentato da Cittadinanzattiva.

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Ancora Deloitte, nel Report “Life Science and Healthcare Prediction 2025” sul futuro dei macro-trend in ambito medicale e sanitario, ci illustra che il mercato della diagnostica virtuale mondiale potrebbe avere un trend di crescita annua del 15,5% nel periodo 2019-2030, da un valore di 425,6 MM USD del 2018.

Nel 2023 la spesa annuale per le cure geriatriche, tra cui la telemedicina, il monitoraggio da remoto dei pazienti, ammonterà a più di 1,4 TRL USD.

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Secondo il Think Tank Digitalhealth 360, le applicazioni sperimentali dell’Intelligenza Artificiale che hanno dato finora dei risultati apprezzabili come miglioramento della salute possono essere distinte in quattro categorie:

1) Diagnostica
2) Valutazione del rischio di morbilità o mortalità
3) Previsione e sorveglianza delle epidemie
4) Pianificazione sanitaria.

In campo diagnostico, ad esempio per l’identificazione precoce della tubercolosi da radiografie del torace e per l’individuazione della malaria da immagini di microscopio, sono state ad esempio sperimentate tecniche di machine-learning e signal-processing che hanno mostrato sensibilità, specificità e accuratezza sorprendentemente alte.

Quanto alla valutazione del rischio di morbilità e mortalità, sono stati applicati sistemi di data-mining e machine-learning su dati amministrativi di strutture sanitarie allo scopo di prevedere la gravità della malattia in pazienti con febbre dengue e malaria e in bambini con infezioni acute, oltre che per quantificare il rischio di fallimento dei trattamenti farmacologici in questi casi.

Inoltre, sono stati realizzati studi sulla sorveglianza delle epidemie  applicando l’Intelligenza Artificiale e Big Data raccolti da sensori satellitari e ciò si è rivelato utile per caratterizzare e realizzare modelli ad alta precisione per prevedere la trasmissione virale del virus Zika e del virus della dengue, nonché la trasmissione della malaria.

Infine, in tema di pianificazione sanitaria sono stati utilizzati sistemi di apprendimento automatico per i dati amministrativi. Tra gli obiettivi:

– ottimizzare l’allocazione delle risorse in base alle problematiche sanitarie prevalenti in una certa area geografica;
– migliorare i programmi di visita degli operatori sanitari di comunità;
– fare previsioni sul numero di visite ambulatoriali in un dato ospedale;
– predire la durata necessaria del soggiorno degli operatori sanitari in comunità svantaggiate.

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Ancora nel campo della diagnostica, segnaliamo lo studio pubblicato su Lancet Digital Health da parte di un medico-ricercatore Italiano e ripreso da poco dal Corriere Salute in merito ad un coordinamento tra il medico e la macchina dotata di intelligenza artificiale al fine di aumentare la capacità di diagnosticare nella colonscopia la presenza di polipi anche di dimensioni molto piccoli altrimenti difficili da notare perché nascosti, o a causa di una colorazione simile a quello di una mucosa sana.

Insomma, l’unione tra l’esperienza di un medico specializzato e una macchina intelligente può contribuire alla riduzione dell’incidenza di tumori al colon, realizzando anche un risparmio in termini di costo per il SSN.

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Conclusioni

– La spesa globale per l’assistenza sanitaria è destinata a un incremento percentuale annuo del 5,4% nel periodo 2019-2028.

– La telemedicina nel mondo presenta un tasso di crescita pre-pandemia del 15%, dopo la tempesta del Covid siamo ad un +19%

– Nei primi 6 mesi del 2020, sono state scaricate il 34% in più di app dedicate al fitness e alla salute rispetto all’anno precedente (superando ampiamente il miliardo di download)

– Si prevede che mercato della diagnostica virtuale possa avere una crescita del 15% all’anno fino al 2030

– Il mercato dell’information technology dedicato all’assistenza sanitaria avrà nel corso dei prossimi anni un’ulteriore crescita esponenziale.

La vera sfida è un miglioramento deciso delle competenze digitali. Come segnala il Think Tank Digitalhealth 360, l’Italia è agli ultimi posti nelle competenze digitali, dai cittadini, agli operatori sanitari ai medici

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Bisogna quindi lavorare su due fronti: da una parte uno sforzo tecnologico con i vantaggi che può portare anche in ambito sanitario l’implementazione della Blockchain, l’utilizzo dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale (AI) che possono servire a migliorare i processi, a ridurre i costi ma dall’altra è necessario una svolta per aumentare le conoscenze digitali, creando un ponte fondamentale tra la Missione 1, 5 e 6 del PNRR, che ricordo essere:

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