L’azzardo morale di SVB di Alfonso Peccatiello

La SVB non solo ha gestito il rischio in modo orribile, ma ha anche messo in atto un grande azzardo morale. Mi spiego meglio.

A seguito della normativa LCR (Liquidity Coverage Ratio), le banche di tutto il mondo hanno riempito i loro bilanci di trilioni di obbligazioni. Una tale quantità di obbligazioni in bilancio comporta però anche dei rischi, giusto? 

Mi viene subito in mente il rischio di tasso d’interesse: se si acquistano Treasuries e i rendimenti salgono, si perdono soldi. 

Ecco perché le banche coprono (!) la maggior parte del rischio di tasso d’interesse derivante dagli investimenti in HQLA (High Quality Liquid Assets). 

Quali erano i problemi di SVB? 

SVB aveva un portafoglio di investimenti gigantesco in percentuale al totale delle attività, pari al 57% (la media delle banche statunitensi è del 24%) di cui il 78% era costituito da titoli garantiti da ipoteca (Citi o JPM ne hanno circa il 30%) ma, soprattutto, NON copriva affatto il rischio di tasso di interesse! 

La duration del loro enorme portafoglio prima e dopo la copertura dei tassi d’interesse era… la stessa?! 

In pratica quindi non c’erano coperture. 

Ciò significa che SVB non applicava le regole di base di gestione del rischio, esponendo i suoi investitori e depositanti a un’enorme quantità di rischio. 

Da un punto di vista economico, un portafoglio obbligazionario di 120 miliardi di dollari con una duration di 5,6 anni senza alcuna copertura significa che ogni aumento di 10 punti base del tasso di interesse a 5 anni fa perdere alla banca quasi 700 milioni di dollari.

Un movimento di 100 bps? 7 miliardi di dollari di perdita economica.

Uno di 200 bps? 14 miliardi di dollari di perdita economica.

Di fatto, l’intero capitale della banca è stato spazzato via.

È possibile che questo sia il risultato frutto solo di ignoranza e cattiva gestione?

Beh, considerate questi 3 punti tra loro connessi:

  1. L’uso scandaloso di trucchi contabili

Considerare le obbligazioni come titoli da portare a scadenza, ovvero come HTM (Held To Maturity) al contrario impedisce che i guadagni/perdite appaiano del tutto – comodo, no?

Ma non si registrano contabilmente 90 miliardi di dollari di obbligazioni in HTM per errore o per incompetenza: si tratta di un vero azzardo morale, sapendo che su queste obbligazioni non c’è copertura.

  1. Non coprire il rischio tasso: pensate che sia solo ignoranza?

Nel dicembre 2021, SVB aveva circa 10 miliardi di dollari di interest rate swap.

Probabilmente era troppo poco per coprire l’intero rischio di tasso, ma non è questo il punto.

Nel loro rendiconto finanziario, dimostrano una chiara comprensione dello scopo di questi swap.

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Se si guarda poi velocemente a dicembre 2022, si vede che praticamente TUTTE queste coperture sono sparite, eliminate volontariamente! 

Non si tratta di semplice ignoranza: si tratta di un vasto uso di trucchi contabili e di una riduzione volontaria delle coperture sul rischio tasso.

  1. La volontà di sfuggire a un controllo normativo più severo.

Il motivo per cui la SVB ha potuto adottare questo modello di business terribilmente rischioso è stata la sua dimensione.

Le banche con attivi inferiori a 250 miliardi di dollari non sono soggette a un controllo normativo più severo come le grandi banche.

Bene, ma cosa c’è di sbagliato in questo?

SVB non è l’unica banca con attivi inferiori a 250 miliardi di dollari a trarne vantaggio, giusto?

Sì, ma è utile sapere che il management di SVB ha ripetutamente fatto pressioni per non aumentare il capitale ai fini di permettere un controllo normativo meno severo, rimanendo comodamente 20-30 miliardi al di sotto della soglia dei 250 miliardi di dollari?

È difficile negare che sia stato messo in atto un discreto azzardo morale.

E non dovremmo premiare l’azzardo morale con salvataggi generalizzati

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