Lo stesso Al Idrisi, rappresentando le conoscenze di questo primo scorcio del secondo millennio, rappresenta ai confini del Mondo una Europa appena uscita dal ‘Mille e non più mille’, che si dibatteva tra le oscurità del Medioevo, le nostalgie dell’immensità dell’Impero Romano, la ricerca di una identità, di una cultura e soprattutto di una religione che era diventata sempre meno ‘positiva’ e salvifica e sempre più legata alle colpe, al buio e alle fiamme dell’inferno, all’ignoranza e alla necessità di guardare alla sola sopravvivenza un giorno dopo l’altro.
Al buio del Medioevo europeo si contrapponeva però la luce altrove.
Era la luce del sapere, della ricchezza, delle pietre preziose e degli ori delle Corti Cinesi che agirono su Marco Polo due secoli più tardi come una sirena irresistibile, portandolo a scegliere per un milione di motivi la via del ‘rischio’, dell‘incertezza’, della voglia di conoscere.
Il veneziano poteva contare (proprio come noi oggi) su alcuni elementi utili che gli arrivavano certo anche da quella ‘Tabula Rogeriana’, ma anche dalle notizie che gli portavano i mercanti, i missionari le spedizioni militari che iniziavano ad ‘andare verso oriente’. Pensiamo allora ancora una volta a quella prima slide sulla evoluzione della classe media. Assonanze e suggerimenti paiono meritevoli di attenzione.
Marco Polo era cosciente che l’ORIENTE ERA LO SCRIGNO DELLE RICCHEZZE DEL MONDO.
L’Asia, secondo gli studi più recenti, poteva contare su una ricchezza smisurata a confronto di noi europei, dispersi come abbiamo detto nelle pesanti coltri nebbiose della povertà e dell’ignoranza del Medioevo in cui la ricchezza di pochi oligarchi -principi, vassalli e valvassori- si contrapponeva alla miseria più nera, alla vita più disperata, al futuro più oscuro della plebe, del popolo che ‘doveva’ letteralmente mantenere i signori mirando alla mera sopravvivenza e nulla più.
La Tabula Rogeriana testimonia -anche e soprattutto con il numero di caravanserragli segnati in modo quasi maniacale perché oggettivamente indispensabili ‘pit-stop’ sulle grandi direttrici dei traffici commerciali- che più si arrivava verso la Persia e poi India e Cina, più si aveva la certezza di avvicinarsi al Mondo più evoluto di allora, al Mondo in cui prosperità culturale, economica, politica erano state declinate in un modo straordinario.