Mercato obbligazionario: come inquadrarlo e cosa considerare di Salvatore Facineroso

In questo primo appuntamento cercheremo di capire come è impostato il mercato delle obbligazioni governative area euro e di quelle americane.

Gli obiettivi che ci poniamo sono:

  1. a) quali strumenti utilizzare
  2. b) contestualizzare l’attuale momento
  3. c) come posizionarsi in funzione del contesto attuale

Lo strumento principale che viene utilizzato per analizzare il mercato obbligazionario è attraverso la rappresentazione visiva della curva dei rendimenti.

La curva dei rendimenti è importante in quanto fornisce informazioni sulle aspettative del mercato riguardo ai tassi di interesse e alla stato di salute dell’economia. La sua analisi e la corretta interpretazione non risulta essere così evidente, non fosse che la stessa può assumere tre forme distinte:

  1. Curva dei rendimenti normale: i rendimenti di breve sono inferiori ai rendimenti di medio e lungo periodo. Tale situazione viene, generalmente, considerata ottima e tipica di una economia stabile.
  1. Curva dei rendimenti piatta: i rendimenti di breve e i rendimenti di lungo sono sostanzialmente identici. Questo è, generalmente, una indicazione di incertezza.
  1. Curva dei rendimenti invertita: i rendimenti di breve sono superiori ai rendimenti di lungo termini. La curva invertita viene vista come anticipatore di una probabile fase recessiva economica o di un rallentamento importante.

Impostazione visiva della curva dei rendimenti (fonte grafico internet):

La lettura della curva dei rendimenti richiede una attenta analisi ed una compresione delle dinamiche del mercato finanziario. Bisogna, in ogni caso, evidenziare che l’analisi della stessa non può garantire una prevsione accurata di quello che potrà o meno accadere, ma fornisce delle indicazioni sufficientemente chiare che possono permettere di evitare trappole emotive. Di seguito la situazione attuale delle curve mercato EU e mercato US.

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Il mercato mette a nostra disposizione delle strategie che ci possono permettere di investire nel difficile comparto delle obbligazioni con una “certa tranquillità”. Queste strategie hanno l’obiettivo di bypassare approcci basati su considerazioni personali, soggette, quindi, a rischi potenziali importanti.

Tra queste si possono indicare:

  1. la Strategia Barbell: tale strategia (di base viene applicata unicamente nella parte obbligazionaria, ma vi possono essere delle deviazioni nel suo utilizzo) prevede di investire in obbligazioni a breve termine e in obbligazioni a lungo termine, escludendo le obbligazioni a medio termine.
  2. la Strategia Ladder: tale strategia consiste nel suddividere il capitale destinato all’investimento obbligazionario frazionandolo su più scadenze temporali.

(PS: raccomando, personalmente, di estendere l’analisi di queste due strategie con il  proprio consulente per approfondirne gli vantaggi, gli svantaggi e la fattibilità).

L’analisi della curva dei rendimenti come possibile strumento per cercare di contestualizzare il mercato obbligazionario, ma non solo. Un altro strumento importante che si può considerare è l’utilizzo della Forza Relativa. Tale indicatore confronta la forza di un prodotto finanziario (indici, settori, azioni, obbligazioni, materie prime,…) contro un altro prodotto finanziario (da non confondere, come spesso capita, on l’RSI, Relative Strength Indicator).

Di seguito due esempi, nel primo il rapporto tra eurusd dove l’andamento del prezzo e della forza relativa sono incorporate, mentre nel secondo il rapporto tra S&P 500 Value e S&P 500 Growth.

grafici costruiti utilizzando il servizio barchart.com

Definito, quindi, il concetto di Forza Relativa vediamo, ora, come applicarlo al mercato obbligazionario in sostituzione dell’analisi della curva dei rendimenti.

Faccio una premessa che mi sta particolarmente a cuore. L’analisi grafica non ha capacità previsionali sul futuro andamento del sottostante studiato, questa rappresenta la situazione attuale ed in particolare il posizionamento del mercato. Il nostro compito, se mi posso permettere, non è quello di anticipare, prevedere o scommettere, ma di posizionarci con il mercato. D’altro canto il “mercato” siamo noi, investitori (umani e non) che creiamo la domanda e l’offerta, quindi se consideriamo che, di base, il mercato non si può battere, semplicemente posizioniamoci con esso.

Il primo passo è cercare di contestualizzare il mercato obbligazionario, ovvero cercare di capire se il mercato si trova in una situazione positiva o non positiva. Uno degli strumenti  più utilizzati è l’analisi della media mobile a 200 periodi. L’obiettivo è quello di cercare di eliminare qualsiasi approccio soggettivo e considerare razionalmente l’attuale posizionamento del mercato.

grafici costruiti utilizzando il servizio barchart.com

L’analisi visiva dell’andamento dei due ETFs (GOVA, per il mercato obbligazionario governativo area euro e GOVT per il mercato americano) ha permesso di identificare, al netto di n considerazioni che si possono sempre fare, una attuale fase negativa.

Detto ciò non si può non considerare che il crollo del 2022, l’abbandono del QE da parte delle Banche Centrali EU e USA ed  il rientro in una certa normalità non stia creando delle opportunità di investimento che, obiettivamente, prima erano assenti o molto limitate. 

L’obiettivo è di capire dove ci dobbiamo posizionare in termini di durata. La curva dei rendimenti ha già perfettamente enfatizzato che il corretto posizionamento è sul breve, massimo medio termini e che, al momento, bisogna evitare il lungo termine.

Definito il concetto di Forza Relativa verifichiamo se l’analisi conferma quanto la curva dei rendimenti ci indica: fino a prova contraria il mercato è posizionato sul breve. Questi dati oggettivi ci permettono di evitare un posizionamento sul lungo basato sul “Secondo me…”. La gestione del rischio passa, anche e non solo, attraverso questa tipologia di analisi che non dovrebbe essere sottovalutata.

grafico costruito utilizzando il servizio barchart.com

Verifichiamo la situazione del mercato obbligazionario americano utilizzando gli stessi criteri di valutazione. Anche in questo caso il mercato predilige il breve rispetto al lungo, questo perchè la pendenza della linea che rappresenta la FR è positiva e, inoltre, la stessa negozia sopra la propria media mobile a 200 periodi.

grafico costruito utilizzando il servizio barchart.com

Adesso vi è la parte difficile. E’ stato stabilito, utilizzando criteri oggettivi, che il mercato obbligazionario richiede, in questo momento, un posizionamento sul breve termini.

Questa conclusione è  stata raggiunta sia attraverso l’analisi della cruva dei rendimenti sia attravero il rapporto di Forza Relativa tra il breve ed il lungo termini.

La domanda, difficile, che dobbiamo farci è: quando cominciare a considerare la parte più lunga?

Cercare di capire quando potrebbe (condizionale d’obbligo, in quanto nei mercati finanziari vi è l’incertezza assoluta sempre e comunque) il momento più razionale analizzando la curva dei rendimenti è, a mio avviso, di difficile attuazione.

Basti pensare che bisognerà attendere che la curva passi da invertita a normale.

Oggettivamente l’analisi della forza relativa può fornirci quella indicazione necessaria per poter cominciare a investire nella parte lunga. Questo, per esempio, può avvenire quando il rapporto di forza comincia ad evolversi a favore della parte lunga rispetto alla parte più a breve.

grafico costruito utilizzando il servizio barchart.com

Per conlcudere questo primo appuntamento non si può non analizzare quello che, in generale, viene considerato come il proxy del mercato obbligazionario americano: il decennale.

Per una questione di coerenza si adottano gli stessi criteri e le stesse metriche, enfatizzado un aspetto importante: l’obiettivo non è quello di capire se, da un punto di vista di azione del prezzo, è il momento di allocare del denaro, ma di cercare di capire quali scadenze, in termini relativi, considerare.

Dall’analisi di cui sotto risulta evidente che il breve termine è sempre da favorire, mentre il 10 anni, attraverso l’analisi dell’ETF IEF, tracking del 7-10 anni, è, in termini di forza relativa, superiore al 10-20 (TLH) ed al 20+ (TLT).

grafici costruiti utilizzando il servizio barchart.com

Quanto presentato e discusso rappresenta, obiettivamente, la mia interpretazione del mercato obbligazionario in questo momento, senza, chiaramente, avere la presunzione di essere corretta.

Il mercato obbligazionario è complesso per natura e non sempre di “facile” interpretazione.

Il mercato è fluido, l’errore di interpretazione dietro l’angolo, ma tra il “Second me…” e la valutazione visiva, personalmente, prediligo quest’ultima.

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