Qatar. Il gas naturale è il combustibile per la transizione energetica

Dal nostro inviato.

Per quale ragione il gas naturale è così importante in un’epoca di transizione energetica come la nostra? La risposta è facile, perché è il combustibile più pulito che esista. È quello che, a parità di calore generato, produce meno CO2, è di facile trasporto e utilizzazione e infine perché è abbondantissimo.

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Elettricità e acqua potabile a volontà

I numeri sono eloquenti. La centrale è in grado di produrre complessivamente 2,5 gigawatt di elettricità e 620 milioni di litri di acqua potabile al giorno: cioè, per metterli in prospettiva, l’equivalente rispettivamente del 30% e del 40% del fabbisogno giornaliero dei 2 milioni e mezzo (circa) di abitanti del Qatar.

La logica è quella che si ritrova in tutti i grandi progetti all’avanguardia che usano gas naturale, ovunque nel mondo: soddisfare la crescente domanda di energia (in questo caso, anche di acqua), riducendo però sensibilmente le emissioni nocive.

L’unico problema per il suo approvvigionamento è proprio quello legato alla geopolitica. Un paese o una macro area (come l’Europa) che si lega troppo all’approvvigionamento da parte di una potenza in competizione (la Russia), rischia alla fine di subire il ricatto del taglio delle forniture, oppure caso ancora più complicato, se le reti passano attraverso un paese terzo, subire gli effetti delle tensioni fra altri stati.

Allora come può fare, per esempio, un paese come l’Italia, dotato di una rete di gasdotti interconnessa con paesi potenzialmente a rischio come Algeria, Libia e, anche se in misura minore, la Russia, a garantire la sicurezza delle sue forniture? Molto semplicemente dotandosi di infrastrutture per lo stoccaggio e la di ri-gassificazione e adottando una politica di differenziazione degli acquisti privilegiando proprio gli Stati affidabili come il Qatar.

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Quindi il Qatar e gli Stati che attuano la stessa politica di apertura e disponibilità, agiscono prima di tutto come calmieri del mercato e inoltre anche come smorzatori delle tensioni legate ai confronti geopolitici dei paesi esportatori.

Il gas naturale rivestirà nel futuro un ruolo sempre più importante perché tutti i paesi asiatici che hanno basato il loro sviluppo sulle centrali a carbone saranno obbligati a dismettere con urgenza questo combustibile inquinante e a riconvertire le proprie centrali (come è stato fatto per esempio proprio in Italia), all’uso del gas naturale. Ogni settimana nei quotidiani locali si fa menzione di nuovi accordi a lungo termine con le Nazioni dell’area asiatica quali il Pakistan, il Bangladesh o L’India. La prospettiva è a lungo termine e ha bisogno di un volume d’investimenti colossale. Proprio in questi giorni è stato annunciato un piano per portare la capacità di liquefazione da 77 a 110 milioni di tonnellate annue con un investimento traguardato al 2027 di 29 miliardi di Dollari.

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Anche la tanto decantata epoca dell’idrogeno che ormai appare ineludibile, dovrà necessariamente passare attraverso il gas naturale. Infatti la tecnologia consolidata per la produzione dell’idrogeno utilizza proprio il gas naturale come materia prima.

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