Dal nostro inviato
A questo punto del nostro racconto, il lettore potrebbe pensare al paradosso di una ricchezza concentrata in un paese arretrato ancora legato ad un’organizzazione tribale e primitiva. Niente di più falso. I qatarioti sono molto colti, educati ed istruiti. Di carattere sono miti e discreti. Non si atteggiamo e non fanno sfoggio di ricchezza (anche se non manca).
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Il Qatar è una monarchia ereditaria assoluta. La famiglia reale al-Thani regna sul piccolo stato dalla prima metà dell’800. Dal 25 giugno 2013 è al potere Tamim bin Hamad bin Khalifa al-Thani. Anche il primo ministro Abdullah bin Nasser al-Thani appartiene alla famiglia regnante. Nel 2008 è entrata in vigore una nuova Costituzione che prevede per la prima volta l’elezione popolare di due terzi del parlamento, i cui membri sono oggi nominati dall’emiro. Le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea consultiva – che dovrebbe contestualmente passare dagli attuali 35 membri a 45 – non si sono tuttavia ancora tenute e il parlamento continua a esercitare un’influenza del tutto marginale sulla vita del paese.
Il Qatar è poi uno dei pochi paesi della regione dove la successione dinastica avviene per via incruenta. L’Emiro attualmente in carica è asceso al trono perché il fratello scelto da padre non se l’è sentita di assumere l’incarico.
L’Emiro è un personaggio riservato ma che non disdegna le apparizioni in pubblico, come per esempio durante la giornata dello sport in cui è stato immortalato passeggiare in un centrale parco pubblico in compagnia delle figlie.
Veri membri della famiglia reale, incluse le donne, rivestono ruoli pubblici o presenziano cerimonie sportive o sociali.
Tutti questi avvenimenti sono riportati dalla stampa locale con estrema sobrietà e nelle linee essenziali.
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Il governo ha promulgato molte leggi favorevoli alle classi lavoratrici (leggasi gli immigrati) e tutta una serie di servizi medici e sociali sono disponibili per legge per i residenti. Per dare un’idea dell’efficienza dell’organizzazione basti prendere come esempio quello che è capitato allo scrivente. Arrivato fresco dall’Italia, il secondo giorno di quarantena (qui dura 7 giorni), ricevo al cellulare un SMS dal Ministero della Sanità che mi chiede se voglio fare il vaccino. Rispondo subito di sì e mi chiamano per concordare il giorno. Il giorno seguente mi accorgo di avere un altro impegno e chiamo per cambiare la data. Nulla di più facile, c’è il numero verde e una gentile signorina mi risponde affabilmente. Eseguo quindi la vaccinazione in due dosi e dopo 7 giorni dall’ultima dose mi arriva la notifica che il mio certificato è scaricabile dal sito con la richiesta di compilare il questionario di soddisfazione. Notare bene che tutto questo senza spendere nulla, tutto a carico del servizio sanitario nazionale qatariota.
Se invece ci fosse bisogno di fare una visita specialistica basta chiamare un ospedale qualsiasi per avere un appuntamento al più tardi il giorno dopo. Il dottore, normalmente di qualche paese arabo meno fortunato tipo Libano, Yemen o Iraq, ti riceve e ti ordina immediatamente gli esami del caso. Ci vuole una mezzoretta per ricevere il via libera dalla tua assicurazione (tutto fatto in automatico alle 19 di un giorno qualsiasi) e quindi si passa in laboratorio per i prelievi e gli esami. Esco dalla clinica con già l’appuntamento per la visita successiva non appena gli esami saranno pronti. Costo per il mutuato 50 Rials corrispondenti a poco più di 10 Euro!
Sicuramente il sistema funziona così bene perché è fortemente sovvenzionato dal governo però quello che stupisce, per chi è abituato alla sanità italiana, è l’organizzazione e l’efficienza dell’apparato. E inoltre la possibilità di saltare tutta una serie di trafile burocratiche che a noi avvelenano la vita.

Fonte: archivio dell’autore

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Sfruttando le ingenti risorse finanziarie provenienti dallo sfruttamento dell’enorme giacimento di gas, l’emiro Tamim bin Hamad bin Khalifa al-Thani ha avviato una trasformazione radicale dell’immagine del paese all’estero. Sono stato acquistati o si è pesantemente investito in marchi prestigiosi come Chanel, Valentino, Porsche, Barclays e Shell, tramite la Qatar Investment Authority, che si stima abbia un patrimonio tra i 100 e i 200 miliardi di dollari. Come amante dello sport, l’emiro ha acquistato e finanziato le squadre calcistiche del Paris Saint Germain e del Malaga. Doha è anche riuscita a divenire nell’arco di pochi anni uno dei centri artistici più importanti del globo. Il piccolo emirato ha ottenuto un grande ritorno di immagine con l’apertura del canale satellitare all-news panarabo, al-Jazeera. Dalla sua nascita, nel 1997, l’emittente televisiva ha offerto per la prima volta uno spazio in cui commentatori di tutto il mondo arabo potevano confrontarsi e, soprattutto nel periodo della seconda Intifada (di cui al-Jazeera ha saputo offrire un esemplare servizio di copertura informativa), è diventata il simbolo del Qatar nel mondo.
Secondo il sito Index Mundi, il prodotto interno del Qatar nel 2017 è stato pari a più di 120,000$, largamente in testa tra tutti i paesi arabi:
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