Questi anni Venti ruggiranno? – di Monica Forti

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Con l’Europa travolta dalla seconda ondata della pandemia causata dal Sars-Cov-2, il Giappone che si sta avviando verso la terza e gli USA che già ampiamente vi sono entrati, tutte le persone si chiedono quando si potrà tornare alla vita che conducevamo fino a pochi mesi fa. Le ipotesi sono naturalmente numerose ma molto dipenderà probabilmente dall’efficacia dei vaccini che si stanno sperimentando e dai progressi delle cure che sono allo studio. Lasciamo dunque ai virologi, agli epidemiologi nonché ai posteri l’ardua sentenza. Quello che possiamo sicuramente fare è confrontare le conseguenze di quella che appare come la più simile tra le epidemie del passato, ovvero quella della Spagnola, alla situazione attuale.

Dal punto di vista economico pare difficile paragonare i due eventi. Riguardo l’epidemia della Spagnola il Fatto Quotidiano riporta che “esistono pochissimi studi economici sulle conseguenze di questa pandemia e il suo impatto economico è poco noto.” […] “Dopo la Grande guerra l’influenza provocò 18 milioni di morti, ma ebbe un impatto minimo sull’economia dei Paesi colpiti” […]” Nel 1918-1919, l’influenza spagnola poteva rappresentare, nel caos generale, un dettaglio aneddotico.” […]” a differenza del 1918, oggi non c’è una situazione di caos economico generalizzato, ma di lenta ed inesorabile decelerazione.”[i]

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Nel secolo scorso, dopo una seconda e una terza ondata, il virus non smise di circolare ma la sua letalità diminuì e divenne una semplice influenza stagionale. “La storia insegna che spesso, le pandemie si concludono prima a livello sociale che sul piano medico: stanchi di avere paura, ci si abitua alla loro più rara presenza. Del resto la peste non è stata cancellata del tutto: ancora oggi si presenta in circostanze sporadiche, molto spesso curabile con antibiotici.”[ii]

Al termine della Grande Guerra e della pandemia di influenza che aveva causato un numero spaventoso di morti iniziò a serpeggiare una certa euforia soprattutto negli Stati Uniti. Stanca di continui lutti, la gente si aggrappò ad una grande gioia di vivere che portò ad una trasformazione radicale della società. Nacquero così The Roaring Twenties, i ruggenti anni Venti, che portarono grandi cambiamenti nei costumi e nell’arte del tempo. Proprio dagli Usa prese avvio una grande crescita dello sviluppo industriale, crescita legata strettamente al salvataggio dell’economia europea, in particolare tedesca; poi nella seconda metà degli anni Venti la ripresa economica arrivò anche in Europa dando origine così ai Golden Twenties.

Iniziò negli Stati Uniti una produzione di massa accessibile a tutti e in tutti i settori; da qui la necessità di creare consumatori di massa tramite le nuove tecniche pubblicitarie, consumatori che potessero utilizzare le nuove forme di distribuzione dei grandi magazzini e utilizzassero i pagamenti rateali. Videro la luce nuovi prodotti come cellofan e gommapiuma.

Il Charleston è l’emblema di quegli anni e della grande voglia di festa; si assistette all’esplosione del fenomeno della musica jazz e si diffuse un’atmosfera effervescente che Francis Scott Fitzgerald ben descrisse ne “il grande Gatsby”. In quegli anni ci furono cambiamenti fondamentali per la figura della donna: le gonne che si accorciarono come anche i capelli ma accanto alle flapper girls (le maschiette) nacquero le suffragette. Le donne al termine della guerra si trovarono ad occupare posizioni destinate fino a poco tempo prima agli uomini e maturarono la convinzione di meritare una nuova indipendenza nei confronti della figura maschile.

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Gli anni Venti videro l’affermazione del cinema e della radio; la Corazzata Potemkin di Sergej Eisenstein, con la mitica scena della scalinata, uscì del 1925 mentre Metropolis di Fritz Lang nel 1926. In quegli anni si diffusero le automobili così come molti elettrodomestici quali il ferro da stiro, la lavatrice e il tostapane. Nel 1927 Charles Lindbergh compì la prima traversata aerea dell’oceano Atlantico e nacquero i primi voli per passeggeri. Dal punto di vista artistico si assistette alla nascita dell’art decò con il largo utilizzo dell’alluminio e dell’acciaio, in Europa André Breton diede origine al Surrealismo e Walt Disney presentò il primo cortometraggio con Topolino.  Ricordiamo che furono, però, anche gli anni del proibizionismo e di una crescente xenofobia.[iii]

Già a luglio di quest’anno si faceva presente che “è inevitabile riflettere su un possibile parallelismo tra gli anni Venti e la nostra epoca, il cui profondo accelerazionismo, ora messo in questione per la prima volta da una pandemia globale, può forse rammentare i ruggiti dell’economia protocapitalista de «les années folles», prima del contraccolpo fatale della Grande Depressione.”[iv]

Probabilmente è troppo presto per sapere se la scia di privazioni che ha contraddistinto questo periodo porterà a effettive rivoluzioni nel campo dei costumi, in quello artistico o letterario, tuttavia la percezione che ci sia una grande voglia di leggerezza è già nell’aria.

Del resto, è conseguenza logica che dopo un periodo buio si affacci nella società una grande voglia di leggerezza e di spensieratezza. Lo stesso fenomeno lo si osserva su scala ridotta nel nostro Paese quando, alla fine degli anni di piombo che segnarono con morti e attentati la storia italiana dalla fine degli anni ’60 per un ventennio, si impose l’edonismo reaganiano degli anni ’80. Accusato, spesso a sproposito, di essere solo un periodo di effimere tendenze si rivaluta oggi come incubatore di grandi cambiamenti, primo fra tutti il processo di digitalizzazione, che segnarono i decenni futuri.[v]

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Il politologo Yascha Mounk suggerisce che il Covid-19 porterà importanti cambiamenti ma che non impedirà alle persone di godere della socialità riprendendo la frequentazione di feste, bar e ristoranti proprio perché il virus del 1918 che aveva ucciso più persone della Seconda guerra mondiale non aveva poi ridotto “la determinazione dell’umanità a socializzare”.[vi]

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Già prima della pandemia, comunque, qualcuno rifletteva che “I nostri bisnonni cento anni fa capirono perfettamente che con la Grande Guerra era tramontata un’epoca, che l’Ottocento era finito e che c’era stata una frattura, una trasformazione radicale che aveva spazzato via le loro certezze.

E noi? Possiamo pensare a ruggenti anni Venti?

Sicuramente per la prima volta riflettiamo di come il Novecento si stia inesorabilmente allontanando con i suoi pregi e i suoi difetti. Con le sue incertezze che erano divenute certezze, con il suo modo di intendere la società. Per la prima volta ci troviamo di fronte ad una nuova generazione che coscientemente dall’alto dei suoi venti anni sta prendendo possesso del nuovo Millennio. Lentamente ma inesorabilmente. Persone che non hanno toccato o hanno solo sfiorato il Novecento (i “ragazzi del ’99”) e le sue storie terribili e radicali anche in positivo. Sicuramente si trovano di fronte all’emergere, di fronte alla globalizzazione, di nuove tendenze autoritarie, sovraniste, con venature razziste, anche antisemite. Sono la reazione di chi non riesce a comprendere la globalizzazione stessa e ne ha paura, così come era avvenuto, in modo ovviamente diverso, dopo la Grande Guerra.

Ci troviamo di fronte al cambiamento di paradigma di un mondo cyber in cui lo stesso concetto di spazio e tempo sono mutati all’insegna della rapidità e della quantità di informazioni. Cosa non immaginabile per l’uomo comune fino a venti- trenta anni fa. Per la prima volta ci troviamo di fronte ad una generazione che non è immigrata, ma è nata nel cyberspazio.”[vii]  

Dunque, la possibilità di una rottura con il passato che preluda ad una nuova stagione di rinnovamento è più che probabile; rimane da attendere per vedere in quali campi si mostreranno maggiormente i cambiamenti che la generazione Z ha già, probabilmente, insita in sé.

FONTI (accessibili anche tramite le immagini)

[i] Romaric Godin- Le conseguenze economiche della spagnola – il Fatto Quotidiano (9 marzo 2020 )- https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/03/09/strage-del-1918-cosa-ci-insegna-lepidemia-della-spagnola/5730002/

[ii] Elisabetta Intini – Covid: come finirà? Diventerà endemica – Focus (29 ottobre 2020) – https://www.focus.it/scienza/salute/covid-come-finira-diventa-endemica

[iii] Gianni Gentile, Luigi Ronga, Anna Rossi- Il nuovo millennium-editrice La  Scuola- III vol- pag. 292-296

[iv] Federico Florian-Folli anni Venti di un secolo fa-Il giornale dell’Arte-n. 409-luglio 2020 – https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/folli-anni-venti-di-un-secolo-fa/133616.html  

[v] Gli Anni 80-  La società-https://www.meetingecongressi.com/it/speciale40/gli_anni_80/la_societa/1098/cosa_restera_di_quegli_anni_80.htm

[vi] Yascha Mounk-Prepare for the Roaring Twenties ,The human desire to socialize will survive the pandemic.-The Atlantic (21 maggio 2020)- https://www.theatlantic.com/ideas/archive/2020/05/i-predict-your-predictions-are-wrong/611896/

[vii] Tiziano Arrigoni-I Ruggenti anni Venti-Wip radio-29 dicembre 2019- https://www.wipradio.it/2019/12/29/i-ruggenti-anni-venti/