S&P 500: cosa è successo e cosa potrebbe accadere di Mario Valentino Guffanti

Nel mio ultimo articolo di fine luglio, avevo pubblicato un grafico che permetteva di valutare quanto gli incrementi dell’indice S&P 500 siano legati alla percentuale delle aziende con i prezzi sopra la media mobile a 200 giorni che lo compongono. Avevo indicato come Il livello attorno a 75, dove si trovava l’indicatore in quel periodo, faceva un po’ da spartiacque. Negli ultimi 5 anni, ogni volta che l’indicatore è arrivato attorno a questo livello, abbiamo avuto in 10 casi la formazione di un massimo di mercato, ed in due casi una continuazione del mercato rialzista. Fra luglio e agosto si è poi verificato l’undicesimo caso in cui l’indicatore ha dimostrato la sua attendibilità statistica, con la formazione di un nuovo massimo. La conseguente discesa è proseguita anche in questo mese di ottobre.

Pubblico qui sotto il grafico aggiornato:

Grafico a cura dell’autore

Come si può ben vedere, l’indicatore è arrivato in una potenziale zona di supporto. Anche Il prezzo dell’indice si trova in una potenziale zona di supporto rappresentata dalla trendline rialzista (colore blu) dove si è ora appoggiato.

Nella figura successiva possiamo notare che nella stessa zona ci sono altri supporti importanti. Nel grafico contenuto nella parte superiore, possiamo notare che l’indice si trova su un “triplo” supporto. Quello della trendline rialzista del canale di medio termine (linee blu tratteggiate), quello della trendline del canale ribassista di breve termine (linea tratteggiata superiore in verde e inferiore in rosso), e la media mobile a 200 giorni (linea rossa continua).

Grafico a cura dell’autore

Nella parte inferiore del grafico abbiamo il tasso del Treasury a dieci anni. Possiamo notare che, in genere, nel momento in cui il tasso si alza, il prezzo dell’indice S&P 500 scende. Nell’ultima giornata si può notare come, ad un rientro del massimo avvenuto sulla candela che rappresenta il tasso, c’è stato sul prezzo dell’indice una chiusura che è vicina alla zona del massimo giornaliero. Questo evidenzia che ultimamente il prezzo dell’indice azionario è fortemente influenzato dal comportamento del tasso decennale. Quindi, se da una parte abbiamo una forte zona di supporto che potrebbe portare ad un rimbalzo, dall’altra dobbiamo tenere incollati gli occhi al grafico dei tassi del decennale, perché è lui il market mover principale. Bisogna anche dire, per chi parla di correlazione negativa tra prezzi azionari e titoli governativi, che storicamente si è sempre trasformata in positiva quando l’inflazione core media era superiore al 4%.

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