Rispetto alla storia di questa rubrica, con oggi proveremo a leggere il mercato azionario americano in maniera totalmente autonoma.
Come ben sappiamo con la scomparsa di Anthony Caldaro, il suo team ha deciso di non pubblicare più gli aggiornamenti dei propri lavori basati sulle onde di Elliott.
Al di là dell’aspetto estetico assicurato dal sito stockcharts, preferiamo produrre qualcosa di meno grazioso e più significativo.
A margine ricordiamo che in una progressione unidirezionale dei prezzi quale quella in corso, priva di qualsiasi ritracciamento significativo, diviene oltremodo complesso azzardare previsioni, anche se è nostra sfida quanto meno provarci.

Fonte del grafico: www.investing.com
Dopo i nuovi massimi assoluti a quota 4.815 realizzati dall’indice SP500 a cavallo d’anno, il mercato ha intrapreso una fase di calo che lo ha condotto in questi giorni in area 4.550.
Nel nostro ultimo report del 10 novembre evidenziavamo questa possibilità: “I rialzi sembrano tuttora mantenere una connotazione impulsiva e i prossimi obiettivi rilevanti si collocano velocemente in area 4820/4850.”
Questi livelli, ovvero quota 4.520/4.550, rappresentano, come già abbiamo avuto modo di sottolineare in passato, una fascia di supporto importante per l’indice, fascia sotto la quale la flessione potrebbe ampliarsi con possibili estensioni in direzione dell’area 4.250.
Fermo restando comunque il quadro rialzista di medio-lungo periodo, con possibili obiettivi a 6/12 mesi in direzione dei 5.400/5.500 punti, quella attuale rimane una tipica fase di assestamento in cui anche gli oscillatori non danno segnali particolari.
Riteniamo che al momento la configurazione deponga alla ripresa del movimento rialzista, una volta conclusasi l’attuale pausa: più probabile a nostro avviso che quota 4.520/4.550 sia già in grado di esaurire la temporanea debolezza, pur tenendo in mente che una sua eventuale rottura porterebbe ad un cedimento più ampio, seppur temporaneo e destinato a nostro avviso a rientrare in poche settimane.
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