The ELLIOTT WAVES lives on: S&P 500 Weekend Report del 25 agosto 2019.

The ELLIOTT WAVES lives on: S&P 500 Weekend Report del 26 agosto 2019.

Ancora una puntata dedicata al lavoro del team di Anthony Caldaro, analista americano prematuramente scomparso quest’anno.

Ricordo che il mio intento è quello di trasmettere il più integralmente possibile i contenuti del commento settimanale senza esprimere la mia opinione, se non per cercare di semplificare l’analisi delle onde di Elliott.

 

ANALISI DI LUNGO TERMINE DELLO S&P 500 AL 26 AGOSTO: IL TREND DI LUNGO PERIODO SI STA INDEBOLENDO ?

Sulla base delle preoccupazioni discusse la scorsa settimana in merito al mercato obbligazionario, abbiamo cercato nel nostro set di dati storici gli indizi di un possibile cambiamento anche nei mercati azionari. Questa settimana abbiamo ricevuto il primo segnale di un potenziale crack nei grafici a lungo termine poiché tre dei quattro mercati statunitensi chiave che seguiamo hanno chiuso al di sotto delle medie (EMA) a lungo termine. Il DOW è ora sotto da due settimane di seguito, mentre il Nasdaq è l’unico ancora al di sopra, ma di pochissimo. Questi movimenti potrebbero anche essere associati alla fine di un movimento al ribasso a medio termine nel contesto di un mercato toro in corso, purché si inverta rapidamente. Tuttavia, una serie prolungata di chiusure al di sotto delle medie darebbe credito al nostro conteggio alternativo di DOW.

Il secondo indizio era già emerso da tutta la recente attenzione da parte dei media su un’inversione in corso della pendenza della curva dei titoli del Tesoro USA  10-2 anni, in cui i titoli a 2 anni rendono di più dei decennali. Il focus principale è capire se l’inversione della curva dei rendimenti segnala una recessione, e parte di essa può essere stata indotta dalla politica monetaria. Guardiamola invece solo da un punto di vista di Elliott: abbiamo notato che dalla metà del 1970 c’è un ciclo nei dati, che è attualmente in ritardo con la tendenza chiaramente in atto per l’inversione, https://fred.stlouisfed.org/series/T10Y2Y/ . Detto questo, abbiamo verificato i dati a partire dalla metà degli anni ’50 per questo tipo di eventi e abbiamo trovato una correlazione dell’80% con la fine dei mercati rialzisti / l’inizio dei mercati al ribasso. È un insieme limitato di punti dati, quindi non statisticamente significativo, ma comunque sufficiente per iniziare a considerare anche il conteggio alternativo.

Il conteggio alternativo prevede uno sviluppo del mercato decisamente più ribassista per le prossime settimane /mesi. In questo conteggio infatti il mercato si troverebbe ancora nell’onda “2” nera, che seguirebbe la “1” nera. Seguiamo le onde sul grafico: la 1 nera del DOW Jones si considera terminata a 27.000 punti (nel grafico indicati come 27.0K). Da quel livello si sta sviluppando la “2” nera che a sua volta è composta da una “a” rosa, giunta sino a 21700 (nel grafico indicata con 21.7k), seguita da una “b” irregular rosa salita fino a 27400 (nel grafico 27.4k) e a cui dovrebbe seguire/sta seguendo una “c” rosa ribassista al momento in corso. Se il mercato fosse dunque in una “c” rosa ribassista lo spazio di ribasso potrebbe anche essere ampio. I possibili obiettivi di calo potrebbero essere in zona 24.100/21.150 (in questo caso avremmo una “c” rosa pari allo 0,618 della “a” rosa; oppure in zona 22.100 ( in questo caso la “c” rosa sarebbe uguale alla “a” rosa); o addirittura estendere fino a 18.000 (con una “c” rosa pari a 1,618 volte la “a” rosa).

 

Al momento comunque il nostro conteggio preferito resta quello presentato da settimane e ancora confermato sul grafico del SP500, in cui l’onda “2” nera si è già conclusa a 2346.58 e il mercato si trova già nella “3” nera, in corso da inizio anno.