Torna d’attualità l’approccio mutualistico dei Fondi Sanitari – di Filippo Donati

Era il 15 aprile 1886, quindi giusto 134 anni fa, che Umberto I, re d’Italia, istituisce e regola le Casse di Mutuo soccorso come società con personalità giuridica. Questa data e questa legge sono di fondamentale importanza perché le disposizioni ivi applicate hanno regolato la materia per tanti anni.

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In realtà fenomeni aggregativi simili erano già nati a metà dell’800 per sopperire alle carenze dello stato sociale e aiutare i lavoratori in caso di incidenti sul lavoro, malattia o perdita del posto: si tratta di una delle prime forme di solidarietà della classe lavoratrice, istituite per affrontare le spese inerenti malattia, decessi e disoccupazione.

Ne parliamo oggi con Gianluca Davascio, Consigliere Delegato di SEB Salute e Benessere – Fondo Sanitario e profondo conoscitore della materia.

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Filippo Donati – Gianluca, com’è nato in te l’interesse per la Sanità?

Gianluca Davascio – Grazie innanzi tutto per il vostro invito. L’interesse è venuto, come spesso succede, per motivi lavorativi. Circa dieci anni fa ho svolto una consulenza per una società francese che gestiva in Italia una Società di Mutuo Soccorso. Questo mi ha spinto quindi ad approfondire come funzionassero questi strumenti che riuscivano ad erogare prestazioni socio-sanitarie collaborando con Compagnie di Assicurazione, diventandone partner in progetti condivisi.

 

Filippo Donati – Sanità integrativa ed approccio mutualistico, perché questi due concetti sono così intimamente legati?

Gianluca Davascio – Parlare di sanità integrativa o mutualità è oggi frequente, seppur questi due termini presentino, almeno in via teorica, una funzione sensibilmente differente. Certamente entrambi hanno alla base la cura della persona ed il sostegno in caso di malattia od infortunio, ma si differenziano o si completano a seconda degli ambiti nei quali sono utilizzati.

La sanità integrativa, introdotta con la Legge 502/92 e regolamentata da una serie di decreti successivi, è rivolta ad integrare e in alcuni casi sopperire le mancanze del SSN attraverso un’offerta che ha trovato la massima espressione nei grandi fondi negoziali che rappresentano il cd. secondo pilastro della sanità.

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La mutualità, nata in Italia a fine ‘800 ha trovato in Francia una solida evoluzione che le ha permesso di diventare realmente integrativa al sistema pubblico garantendo a tutti i cittadini un sostegno concreto in caso di malattia o infortunio. Proprio da quest’esperienza oggi le Mutue dovrebbero svolgere anche in Italia la funzione di concorso alla spesa sanitaria andando ad integrare quanto offerto dal SSN o dalle polizze malattia offrendo un sostegno tramite sussidi o servizi alla persona concorrendo in misura parziale alla spesa. Questo approccio consente quindi di contenerne il costo ed allargare la platea dei destinatari includendo categorie in genere escluse dal mondo assicurativo.

Filippo Donati – Perché sono nati i Fondi Sanitari e qual è il loro ruolo?

Gianluca Davascio – I Fondi Sanitari sono stati introdotti all’inizio degli anni novanta, periodo nel quale il Legislatore aveva previsto una modifica sostanziale nella composizione demografica della popolazione. Aumento della speranza di vita, miglioramento delle cure, denatalità erano tendenze demografiche che si sono puntualmente verificate. Non così puntualmente il sistema sanitario nazionale si è però adattato alle mutate esigenze di vita. Il SSN si è maggiormente orientato a fronteggiare l’emergenza e non si è ancora adeguato a gestire la cronicità. Solo in parte sono stati introdotti strumenti che potessero supportare tali cambiamenti, tra cui i Fondi Sanitari. Nel corso dei successivi venti anni e precisamente fino al 2009 con il Decreto Sacconi, i Fondi Sanitari pur avendo avuto impulsi e rallentamenti hanno preso comunque piede arrivando a rappresentare oggi una base su cui costruire un valido supporto al primo pilastro.

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Clicca sull’immagine per accedere alla fonte, il Decreto 27 ottobre 2009 “Decreto Sacconi”

Filippo Donati – A tuo avviso, come può essere definito il Fondo Sanitario migliore?

Gianluca Davascio – Esistono oggi oltre 400 tra Enti, Casse di Assistenza, Fondazioni e Società di Mutuo Soccorso aventi esclusiva attività sanitaria, tutte organizzazioni raggruppate nei Fondi Sanitari in un settore ancora poco regolamentato. Risulta quindi evidente che un consumatore si trovi a dover effettuare scelte non sempre agevoli che, una volta effettuate, rischiano di essere verificate a spese di un servizio non adeguato alle aspettative.

Possono però essere valutati alcuni elementi, che seppur non determinanti, rappresentano almeno in parte un indice di garanzia. Un primo elemento è sicuramente l’approccio che il Fondo ha verso il mondo assicurativo, inteso come rapporti di cessione di parte del rischio attraverso accordi mutuati dal mondo riassicurativo. Altro elemento è la capillarità del network di centri convenzionati che consentono l’effettiva fruibilità delle prestazioni e quindi lo standard di servizio garantito. Da ultimo citerei senza dubbio sia le capacità di gestire i sinistri (tempi di attesa, presa in carico e liquidazione dei sinistri), ma anche la presenza di una struttura organizzativa all’interno del Fondo stesso: Consiglio di Amministrazione, Collegio Sindacale, Centrale Salute, ecc.

 

Filippo Donati – Quali sono le prestazioni coperte da un Fondo Sanitario Integrativo?

Gianluca Davascio – Le prestazioni offerte da un Fondo Sanitario Integrativo sono rappresentate da tutte quelle prestazioni cosiddette ‘extra LEA’, quelle cioè non in concorrenza con le prestazioni garantite dallo Stato, ma ad integrazione delle stesse.

Dalle spese dentarie sino alla chirurgia estetica fino alla medicina alternativa sono tutte prestazioni che hanno l’obiettivo di completare quanto oggi garantito dal SSN.

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Filippo Donati – Abbiamo parlato di approccio mutualistico, ci puoi indicare le differenze fondamentali tra una polizza sanitaria assicurativa e un Fondo Sanitario?

Gianluca Davascio – Sono molteplici le differenze tra una polizza malattia ed un Fondo Sanitario, anche se va precisato che ogni Fondo può autonomamente, nel rispetto di una sana e prudente gestione, estendere gli elementi sostanziali di base. Di seguito una tabella che esemplifica le principali differenze.

Fonte Gianluca Davascio

Filippo Donati – Grazie Gianluca per la tua disponibilità e speriamo di poterti avere ancora nostro ospite.

Gianluca Davascio – Certamente, grazie a voi per l’invito